Piccoli frutti in Basilicata, si pensa in grande

Nuovo progetto per 120 ettari di lamponi, more, miritilli e baby kiwi

Piccoli frutti in Basilicata, si pensa in grande
In Basilicata si investe sui piccoli frutti con un progetto che vuole garantire una produzione italiana 12 mesi l'anno. L'idea imprenditoriale vede come capofila la Gentilfruit di Policoro (Matera) che, assieme ad altre realtà, darà vita a una nuova avventura dedicata a lamponi, more, mirtilli e baby kiwi. Nel giro di 3-5 anni l'obiettivo è di arrivare a 120 ettari di serre dedicate ai piccoli frutti e dalla Basilicata abbracciare anche Calabria, Puglia e Lazio.
 
Innovazione in campo e la determinazione di costruire un brand di riferimento per i soft fruit italiani. L'imprenditore lucano Nicola Gentile, alla guida della Gentilfruit, è determinato: la sua azienda fino ad oggi ha coltivato prevalentemente drupacee, agrumi e kaki, ma ora - insieme ad altre realtà sul territorio - punta alla coltivazione e commercializzazione dei piccoli frutti, settore in forte crescita.
Si punta a un prodotto 100% Made in Italy da coltivare in zone collinari e montuose dell’appennino e zona pianeggianti come quella del Metapontino, dove si è affermata la fragola Candonga®. Per gli imprenditori coinvolti una riconversione epocale.



"La Basilicata ha tutte le potenzialità per diventare il centro di produzione più grande d’Italia per i berries - rimarca Gentile - Puntiamo sulla professionalità dei produttori che partecipano a questo importante progetto. Bisogna però garantire un reddito soddisfacente a coloro che investono in questa coltura impegnativa. La coltivazione dei piccoli frutti sarà complementare a quella delle fragole. Oggi le superfici delle produzioni di fragole non crescono, soprattutto per problemi di manodopera, perché in Basilicata, Candonga® ormai è un brand consolidato e l’assorbimento dei mercati è adeguato alle produzioni grazie anche ai prezzi di vendita superiori a quelli di altre realtà. Nel mio gruppo, i produttori che punteranno sui berries derivano soprattutto da coltivazioni in serra di drupacee che stanno vivendo una crisi importante, ma ci sono anche fragolicotori che vogliono puntare su nuove colture che possano sostituire ortaggi invernali e favorire la distribuzione in più mesi della manodopera. Oggi l’alternativa vincente sono i berries e le strutture sono perfette per questa coltivazioni. Distribuire le produzioni su un arco temporale ampio, anche nei mesi autunno-invernali, gioverà alla fragolicoltura per l’approviggionamento di manodopera dalle regioni limitrofe, di solito concentro solo nei mesi tra marzo e maggio. Abbiamo la possibilità di produrre tutto l’anno in Basilicata, ma stiamo dialogando anche con altre realtà del Centro e Nord Italia per rafforzare questo progetto in altre areali: chi è interessato può scriverci a info@gentilegroupitalia.it".



L'italianità è un fattore centrale del progetto, così come la possibilità di garantire forniture tutto l'anno. "Si sta investendo molto affinchè le produzioni italiane possano essere apprezzate maggiormente - aggiunge l'imprenditore lucano - La vita commerciale dei piccoli frutti è limitata e mangiare un prodotto sicuro e tracciato solo dopo 24 ore dalla raccolta significa fare qualità ed i consumatori sono disposti a pagarla a buon prezzo".



Ci sarà la creazione di un brand? "Assolutamente si - risponde il titolare della Gentilfruit - Stiamo registrando il nostro marchio commerciale che verrà riconosciuto in Gdo e nei mercati. Il marchio è sinonimo di qualità, rispetto dei lavoratori e dell’ambiente, tracciabilità ed un prodotto 100% Made in Italy. Il progetto punta ad offrire soluzioni che possono portare remunerazioni importanti ai produttori, ormai stanchi dei problemi del settore agricolo. Più che rivoluzione colturale parlerei di una rivoluzione culturale del mondo agricolo - conclude Gentile - dove gli attori saranno i produttori stessi".

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