Dop e Igp, cresce il valore dei prodotti ortofrutticoli

Tutti i numeri del report Ismea Qualivita: vendite a quasi 900milioni

Dop e Igp, cresce il valore dei prodotti ortofrutticoli
E’ un mercato in crescita quello dei prodotti ortofrutticoli Dop e Igp. Come riporta il rapporto Ismea Qualivita 2020 sulle produzioni certificate, cresce la loro produzione a valore e soprattutto a consumo.
In particolare, gli ortofrutticoli Dop Igp registrano una produzione certificata di 513mila tonnellate (+34,3%), per un valore al consumo di quasi 900 milioni di euro (+27% rispetto al 2018 quando raggiungeva i 703 milioni) ed un valore alla produzione di 318 milioni di euro (+2,1% rispetto al 2018 quando raggiungeva i 312milioni). 

Le variazioni dei dati sono fortemente condizionate dal settore melicolo dell’arco alpino (fra problemi climatici del 2018 ripresa dei prezzi al consumo nel 2019), comparto che ha un peso rilevante nel variegato paniere delle produzioni ortofrutticole certificate.
Anche la flessione dell’export a 134 milioni di euro nel 2019 (-40% rispetto al 2018 quando erano 223 milioni) risente per perlopiù delle dinamiche competitive europee nel melicolo. Viene infatti esportato solo il 26% della produzione sul totale.

Fra le altre indicazioni geografiche della categoria bene il valore alla produzione Dop Igp di agrumi (+34%), pomodori (+28%), ortaggi (+14%), cereali e legumi (+7%). Cala invece il valore di produzione Dop e Igp per la frutta in guscio, che scende a -4% e della frutta estiva che arriva a -7%.


A testimoniare il buon andamento degli agrumi anche Giovanni Selvaggi, presidente del consorzio di tutela Arancia Rossa di Sicilia Igp: “Collaboriamo costantemente con Qualivita e siamo consapevoli di essere in crescita – ha detto – L’Igp rappresenta una garanzia nei confronti dei consumatori e facciamo il possibile per far passare questo messaggio: vendere arance Igp rappresenta un valore aggiunto e, con tanti sacrifici, stiamo cercando di portare avanti questo messaggio. Per il futuro speriamo di poter crescere come abbiamo fatto negli ultimi tre anni”.



Tra gli ortaggi a marchio che stanno conoscendo un buono sviluppo di mercato anche i radicchi certificati Igp: “Negli ultimi sette anni le vendite di radicchio di Treviso Igp e di quello variegato di Castelfranco Igp sono nettamente cresciute rispetto al prodotto non certificato” spiega Denis Susanna, direttore del consorzio di tutela del Radicchio rosso di Treviso Igp e Radicchio variegato di Castelfranco Igp. E aggiunge: “Attualmente arriviamo sui 2milioni di chilogrammi l’anno come radicchi Igp: non è un dato enorme ma rappresenta una buona tendenza, considerato che il nostro è un prodotto stagionale”. Ad aiutare la diffusione del radicchio certificato sui mercati, Susanna individua la buona presenza di prodotti di quarta gamma e il prodotto di prima gamma pesato e confezionato che garantiscono un’ igiene e una shelf life migliori. “L’aspetto del packaging si rivela molto importante – sottolinea Susanna – soprattutto per le nuove confezioni mono-porzione adatte ai nuclei monofamiliari o comunque legate a un consumo fresco, mentre la certificazione Igp ci permette di dare un’identità chiara al prodotto: siamo fra i pochi a stampare bollini numerati all’interno del consorzio, che garantiscono una perfetta tracciabilità”. Un altro punto di forza del consorzio individuato dal direttore è la costruzione costante di filiere verticali tra produttori ed aziende commerciali private: “il produttore si concentra sulla produzione mentre il capofila privato garantisce la qualità dei prodotti tramite le certificazioni Global Gap e Grasp, per il futuro contiamo di inserire anche quella a residuo zero”. E conclude: “E’ bene ricordarsi che il valore della filiera viene riconosciuto dall’impegno di tutti i suoi operatori: il nostro è un prodotto molto delicato, sta alla sensibilità del produttore per primo e poi ai buyer, ai capi reparto e ai singoli operatori ricordarsi come trattarlo, se c’è qualità i consumatori alla fine la riconoscono”.

Le vendite in Gdo

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Per quanto riguarda le vendite in Gdo, quelle di frutta fresca Ean Dop e Igp sono cresciute del 4,7% dal 2018 al 2019 per un aumento delle vendite da 70.900 euro a 74.200 euro.
Sono invece calate del 6% le vendite di ortaggi freschi Ean Dop Igp, passando da 19.600 euro di prodotti venduti a 18.500 euro.


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Ben diversa la situazione stringendo il campo alle vendite del primo semestre 2020: aumentano del 22,6% le vendite di frutta fresca e del 23,6% quelle degli ortaggi freschi. Per la prima categoria si sono infatti registrate vendite per 70mila euro rispetto ai 57 mila euro dello scorso anno, mentre le vendite di ortaggi sono pari a 12mila euro sui 10mila del 2019.

Prodotti e provenienza

Insieme ai cereali, i prodotti ortofrutticoli rappresentano la prima categoria del comparto dei cibi italiani ad indicazione Dop Igp Stg, con ben 116 referenze: di queste, la maggioranza sono riconosciuti come prodotti Igp (79) mentre 37 sono identificati con l’indicazione geografica Dop.

Tra i prodotti frutticoli più venduti si ritrovano la mela dell’Alto Adige Igp, il limone di Sorrento Igp, la pera dell’Emilia Romagna Igp, l’arancia di Ribera Dop, l’arancia rossa di Sicilia Igp, le clementine di Calabria Igp, la ciliegia di Vignola Igp e la pesca e nettarina di Romagna Igp. A dominare le vendite degli ortaggi ci sono invece la patata di Bologna Dop, il pomodoro di Pachino Igp, la cipolla bianca di Margherita Igp, il peperone di Senise Igp e le lenticchie di Altamura Igp.

Relativamente all’impatto regionale per milioni di euro dei prodotti ortofrutticoli Dop Igp apre la classifica il Trentino-Alto Adige (140 milioni), seguito dalla Sicilia (43 milioni), dal Piemonte (33 milioni), dall’Emilia Romagna (25 milioni) e dalla Campania (24 milioni).
Con cifre sotto i 20 milioni troviamo la Calabria (16 milioni) e il Veneto (10 milioni), mentre non arrivano a 10 milioni l’Abruzzo (8 milioni), la Liguria (6 milioni), la Lombardia (5 milioni), il Lazio (3 milioni) e la Puglia (2 milioni). Numeri ancora più bassi per le restanti Regioni.


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