Agrumi biologici, saranno sempre più sostenibili

Dal progetto europeo BiOrangePack nuove strategie di packaging e logistica per la filiera

Agrumi biologici, saranno sempre più sostenibili
Gli agrumi biologici saranno sempre più sostenibili, anche nella fase di post-raccolta. E’ questo l’obiettivo del progetto “Smart and innovative packaging, post-harvest rot management and shipping of organic citrus fruitBiOrangePack”, finanziato dall’Unione Europea attraverso il bando Prima (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area, Section 2 – 2019). Tre le direttrici: una gestione integrata delle malattie del post-raccolta, lo sviluppo di packaging innovativi biodegradabili e una gestione avanzata della logistica attraverso l’ intelligenza artificiale.



A coordinare il progetto è la professoressa Santa Olga Cacciola (in foto sopra) del dipartimento di agricoltura, alimentazione e ambiente (Di3A) dell’università di Catania, insieme a 14 partner provenienti da 6 Paesi dell’area Euro-Mediterranea (Italia, Francia, Spagna, Tunisia, Turchia e Algeria). 
“L'obiettivo generale del progetto – spiega a Italiafruit News Cacciola - è quello di aumentare l'efficienza, la sostenibilità e la competitività della filiera del post-raccolta degli agrumi biologici, intervenendo sui punti deboli e sui problemi irrisolti. Tra questi l'alta incidenza e la gravità dei marciumi post-raccolta dei frutti causati dai funghi, il rischio di diffusione di agenti patogeni fungini di quarantena attraverso il commercio degli agrumi, la limitata durata di conservazione degli agrumi freschi, l'impatto ambientale dei residui dell'industria dei succhi e l'efficienza ed i costi della logistica”.
E aggiunge: “Il progetto cercherà nuovi prodotti e soluzioni per ridurre le perdite causate dai marciumi post-raccolta e il contenuto di micotossine sulla buccia della frutta, per minimizzare il rischio di diffusione di agenti patogeni da quarantena mediante diagnosi precoce e per estendere la shelf-life degli agrumi freschi. E ancora con BiOrangePack, cercheremo di minimizzare gli sprechi della trasformazione industriale degli agrumi, di ottimizzare lo stoccaggio e il trasporto verso i mercati, sfruttando le potenzialità delle tecnologie intelligenti, comprese le tecnologie bio, nano- e digitali”.


Gestione integrata delle malattie e del post raccolta

Il progetto prevede di avere una riduzione delle perdite causate da marciumi post-raccolta durante lo stoccaggio e il trasporto, trattando i frutti con sostanze non tossiche ed ecocompatibili e con bioprodotti compatibili con gli alimenti biologici come alternativa ai fungicidi di sintesi (tecnologia verde innovativa). "Il gruppo di ricerca – specifica la coordinatrice Cacciola - prevede di sviluppare sia nuovi prodotti ecocompatibili, a basso impatto ambientale e a residuo zero, ma anche antagonisti (bioprodotti) in grado di prevenire o limitare le malattie del post-raccolta consentendo di allungare la shelf-life dei prodotti destinati alla Gdo”. E conclude: “Attraverso la diagnostica molecolare (biotecnologia innovativa) prevediamo di innalzare gli standard qualitativi dei frutti freschi e dei succhi di agrumi. Riusciremo infatti ad individuare i funghi patogeni da quarantena e una nuova metodologia per escludere i frutti non conformi alle norme fitopatologiche e tossicologiche dell'Ue e dell'Eppo”.

Citrus Pack, un nuovo bio-imballaggio intelligente

Tra gli obiettivi previsti da BiOrangePack anche lo sviluppo di packaging innovativi biodegradabili ottenuti dal recupero degli scarti agrumi. “Svilupperemo un innovativo bioimballaggio intelligente, basato sulla valorizzazione dei rifiuti di agrumi (pastazzo) per prolungare la shelf life dei frutti – sottolinea la professoressa - sarà una confezione biodegradabile e naturale, in perfetta armonia con i principi dell'economia circolare e con gli standard del biologico. Il citrus pack può essere definito un bio-imballaggio intelligente: sarà in grado di  bloccare il marciume degli agrumi mediante l'uso di nuove sostanze bioattive e la formulazione di un rivestimento attivo. Quindi aumenterà anche la qualità, permettendo di raggiungere anche i mercati più ricchi e più lontani. Lo sviluppo di questo imballaggio rientrerà nel secondo e terzo anno del progetto”.



Il primo KickOff Meeting del progetto con la partecipazione digitale di tutti i partner
per definire il piano di azioni del progetto. 

Tecnologie intelligenti per la filiera

Per ottimizzare la logistica della filiera, nel corso del terzo anno il progetto prevede l’applicazione di tecnologie intelligenti (tecnologie ICT-based e tecniche di ‘machine learning’). Saranno il Citrus e-nose, un sistema di multisensori e algoritmi per ottimizzare la logistica e il Citrus navigator, utile a preservare la qualità degli agrumi anche durante le fasi di trasporto. “Si tratta di tecnologie basate sull’informatica – dice Cacciola – e serviranno a ridurre i tempi di spedizione e le perdite causate dai marciumi post-raccolta durante lo stoccaggio e il trasporto dai luoghi di produzione ai mercati di consegna”.

Tra le istituzioni italiane che partecipano a BiOrangePack, oltre al Di3A, partecipano il Dipartimento di Ingegneria Elettrica, Elettronica e Informatica, il Consorzio Interuniversitario per lo Sviluppo dei Sistemi a Grande Interfase e il Centro Siciliano di Fisica Nucleare e Struttura della Materia.

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