Trattamenti post raccolta, i 5 risultati che si possono raggiungere

La strategia di Green Has Italia per una ripresa vegetativa ottimale

Trattamenti post raccolta, i 5 risultati che si possono raggiungere
Un produttore lungimirante fornisce oggi alle colture ciò di cui avranno bisogno alla ripresa vegetativa, una volta passato l'inverno. Per le piante da frutto gli interventi post raccolta sono strategici e sono il primo passo per garantirsi una produzione soddisfacente. Green Has Italia ha sviluppato una linea tecnica per il post raccolta: un'articolata strategia in cui entrano in gioco più formulati a seconda degli obiettivi che si vogliono raggiungere.

Quando si parla di post raccolta, però, come spiega a Italiafruit News il direttore tecnico di Green Has Italia, Pierfranco Baraglia, è bene identificare il periodo: il momento di intervento migliore, considerando lo stato fisiologico della pianta, è quello autunnale. Per un'albicocca raccolta a giugno, tanto per fare un esempio, il periodo di post raccolta va da giugno a ottobre... Ma è la fase autunnale quella in cui intervenire.

"Bisogna poi focalizzare gli obiettivi agronomici che si vogliono ottenere - sottolinea Baraglia - L'Italia è lunga e stretta, la necessità del melicoltore trentino è diversa da chi fa drupacee in Sicilia. I prodotti che mettiamo a disposizione dei produttori cambiano a seconda dei risultati che si vogliono ottenere e dell'andamento stagionale. Se ci troviamo davanti a un autunno dove le temperature sono più alte della norma, per esempio, le piante avranno difficoltà a far maturare il legno e quindi adotteremo una strategia che possa promuovere l'agostamento e qui il prodotto specifico di Green Has Italia è l'Hascon M10 Ad. Se invece il mio frutteto solitamente mostra una ripresa vegetativa scarsa, probabilmente ha la necessità di un intervento che possa portare azoto: bisognerà quindi dotare gli organi di riserva della pianta di adeguati nutrienti. Per far questo abbiamo sviluppato Nutrolen, costituito da catene polimeriche di urea condensate a lenta cessione: azoto e microelementi si accumulano nelle gemme e nelle radici restando a disposizione nel tempo".



I microelementi sono centrali nella strategia di nutrizione, anche nel post raccolta. “Ma al risveglio vegetativo, quando le temperature del suolo sono basse – avverte Baraglia – fosforo e microelementi non sono sempre biodisponibili, però la pianta ne ha bisogno: pensiamo a una drupacea, che fiorisce prima della fogliazione, dove una eventuale carenza la noti solo dopo la formazione delle foglie e quindi una volta che l'allegagione è passata. E proprio questo è uno dei motivi che portano all'alternanza di produzione, caratteristica anche delle pomacee, perché annate di carica rischiano di depauperare la pianta di macro, meso e microelementi: l'albero da frutto impiega un anno per ripristinarli, da qui l'importanza di intervenire con una nutrizione ad hoc, anche nel post raccolta, con il nostro Green Mix”.

I microelementi, inoltre, come osserva il direttore tecnico di Green Has Italia, sono una sorta di antigelo e, soprattutto nel Nord Italia, possono essere visti come un'arma in più per difendersi dagli effetti negativi delle gelate primaverili. “I microelementi finiscono nei vacuoli e aumentano la salinità dell'acqua presente nelle gemme: con questi interventi abbassiamo il punto crioscopico dell'acqua, è poi una sorta di assicurazione per una buona fioritura e una ripresa vegetativa ottimale”.

Infine i trattamenti post raccolta possono essere utili per anticipare e sincronizzare la caduta delle foglie, pratica utile soprattutto negli areali più caldi: giocando d'anticipo si possono ottenere quelle somme termiche di ore di freddo in grado di garantire una buona ripresa vegetativa l'anno successivo. Per questo obiettivo Green Has ha sviluppato Kelagreen Cu. L'intervento è sempre più significativo anche in ragione dei cambiamenti climatici: per esempio è spesso adottato dai produttori di mele. “Se l'autunno caldo si prolunga, il timore è che possa arrivare una gelata con la pianta ancora in attività e la linfa in circolo – conclude Pierfranco Baraglia – Questo può provocare necrosi ai rami e allessatura delle gemme ancora in attività, che grazie all’anticipo della dormienza indotto da Kelagreen Cu viene scongiurato”.

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