Noci biologiche, Emilia Romagna fa da capofila

Noci biologiche, Emilia Romagna fa da capofila
È emiliano-romagnola la prima noce biologica italiana e arriva dai filari del delta del fiume Po. Nel pomeriggio di ieri gli assessori regionali all’agricoltura e al bilancio, Alessio Mammi e Paolo Calvano, hanno fatto visita ai noceti e all’impianto di essiccazione e calibratura del prodotto, finanziati con i fondi europei del Piano regionale di sviluppo rurale (Psr).
 
A presentare la novità agroalimentare è Gianluca Vertuani, presidente del consorzio noci del Delta del Po nonché presidente di Confagricoltura Ferrara e vicepresidente di Confagricoltura Emilia Romagna: "Distintività, qualità e identità territoriale caratterizzano la nostra noce biologica, in commercio entro l’anno. Questo progetto dà vita a una nuova filiera agrifood, tracciata e orientata a un mercato in continua crescita quindi capace di garantire un reddito all’agricoltore e creare occupazione". 
 
Infatti, il mercato della frutta secca non conosce crisi nel Paese. Le vendite delle noci in guscio sono aumentate del 13,5% negli ultimi 12 mesi, come del resto emerge sempre più l’interesse del consumatore nei confronti delle produzioni biologiche.
 
L’idea nasce dalle cinque aziende fondatrici del consorzio, in cerca di una via imprenditoriale alternativa vista la forte riduzione della produzione lorda vendibile delle colture tradizionali. "Oggi sono 150 gli ettari coltivati, nelle province di Ferrara e Ravenna, e per il prossimo quinquennio si prevede un incremento annuale di nuovi impianti del 10-15%", precisa il presidente del consorzio noci del Delta del Po.
 
Decisivo è stato l’intervento della regione Emilia-Romagna, che tramite il Psr ha finanziato gli investimenti finora effettuati (sviluppo dei noceti e macchinari necessari alla lavorazione del prodotto) e sostenuto altresì uno studio specifico di ricerca e sperimentazione, in collaborazione con il Crpv, finalizzato alla definizione di un modello previsionale per la difesa fitosanitaria del noce coltivato con metodo biologico, attraverso l’uso di sensori e moderne strumentazioni. Un lavoro che poi sarà utile a tutte le aziende che vorranno cimentarsi nel settore. 
 
"Speriamo in un sostegno dell’amministrazione regionale anche nella fase di implementazione del progetto. La visita degli assessori all’agricoltura e al bilancio, Alessio Mammi e Paolo Calvano, è l’occasione per dire grazie, ma anche per sottolineare quanto sia di vitale importanza indirizzare le risorse del Psr post 2020, in particolare, ai progetti di filiera più innovativi, alle aziende agricole impegnate nel percorso verso la sostenibilità economica e ambientale delle produzioni, mediante le tecnologie d’avanguardia dell’agricoltura 4.0", conclude Vertuani. 

Fonte: Ufficio stampa Confagricoltura Emilia Romagna