«Uva da tavola, ottimi riscontri dall'estero»

Il punto con Italfrutta: prodotto d'eccellenza anche a inizio campagna

«Uva da tavola, ottimi riscontri dall'estero»
E' iniziata la campagna dell’uva da tavola per Italfrutta Distribuzioni. L’azienda, che opera a Milano ma che affonda le proprie radici in Sicilia, sta avendo un ottimo riscontro soprattutto dai clienti stranieri, come spiega ad Italiafruit Umberto Musso, co-titolare e responsabile commerciale dell’azienda. “Da circa una decina di giorni abbiamo iniziato la commercializzazione delle prime partite di uva proveniente dai nostri produttori, situati in particolare a Mazzarone, ed in seconda battuta dalla zona di Agrigento. In questa prima fase le vendite sono destinate prevalentemente all’estero, nella vicina Svizzera piuttosto che in Germania, e siamo piacevolmente stupiti dagli ordini provenienti dalla Croazia, nonostante le recenti problematiche legate al Coronavirus”.



“Attualmente - prosegue Musso - vendiamo a nostro marchio sia la varietà bianca Vittoria che la nera Black Magic, e stiamo riscontrando un ottimo livello per quanto riguarda i principali parametri qualitativi, ovvero colore, dolcezza e acinatura. Chiaramente su questo aspetto siamo inflessibili e garantiamo ai clienti un prodotto d’eccellenza, cosa non scontata soprattutto ad inizio campagna, dove è più facile incappare in partite non all’altezza delle aspettative, soprattutto per quanta riguarda la colorazione aspetto molto importante in particolare per i consumatori italiani”.

Proprio i consumi interni stentano a decollare, ma questo aspetta non desta grossa preoccupazione. “Adesso la clientela italiana non è particolarmente ricettiva a causa delle quotazioni sostenute - sottolinea il manager - ma d’altro canto siamo solo all’inizio ed i volumi sono ancora talmente ridotti che è normale che sia così. Nelle prossime settimane vedremo un aumento dell’offerta generalizzata e l’entrata in scena della produzione pugliese, con un conseguente assestamento dei prezzi che stimolerà la domanda nazionale”.



Infine, un breve commento sull’innovazione varietale. “Si parla molto di varietà senza semi, ma in Italia soprattutto non c’è ancora molta richiesta per questa tipologia, sicuramente più in voga all’estero. Il cambio di passo ci sarà nel momento in cui avremo a disposizione poche varietà, ma di alta qualità, soprattutto a livello di acinatura e sapore, che sono spesso i limiti delle seedless attualmente in commercio”.

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