Federdistribuzione: consumi, partita decisiva

La debacle del retail in un Report Ambrosetti. Il food tiene, ma le prospettive sono incerte

Federdistribuzione: consumi, partita decisiva
Nel 2020 i ricavi totali della distribuzione diminuiranno tra il 20,5% e il 28,2%, con un andamento particolarmente negativo per il non alimentare che perderà tra il 36,7% e il 49,4%. E per ritornare ai livelli pre-crisi servirà ai retailer del food - che subiranno un impatto più limitato, tra +0,7% a -3,1% nei diversi scenari ipotizzati - fino a un anno e mezzo di tempo (da 6 a 8 anni e mezzo, invece, per il non alimentare). I dati, eclatanti, sono contenuti nel report realizzato da The European House-Ambrosetti per Federdistribuzione che è stato presentato ieri. Lanciando un messaggio preciso: bisogna rilanciare i consumi.

Con 542 miliardi di euro di fatturato generato, oltre 2,3 milioni di occupati e 9,8 miliardi di euro di investimenti attivati nel 2019, il settore è strategico per l’economia italiana. Partendo dall’analisi di oltre 250mila bilanci di imprese del settore negli ultimi cinque anni, dei consumi degli italiani nei primi due mesi di lockdown e da una survey ai vertici delle imprese di settore, il rapporto vede rosso.



Anche perché la situazione di crisi  ha generato un aumento dei costi: la quasi totalità delle imprese della distribuzione, si legge nel report, ha registrato un incremento degli oneri di gestione del punto vendita tra il 2% e il 4% durante i mesi di lockdown (9 marzo-4 maggio), percentuale che sale tra il 3% e il 7% considerando la distribuzione alimentare, rimasta pienamente operativa.

Secondo le stime The European House-Ambrosetti, l’utile netto della distribuzione alimentare a fine anno sarà in calo dello 0,2% nello scenario senza ondata di ritorno dell’epidemia e con shock limitato sui redditi delle famiglie italiane, a fronte di un  -12,6% ai danni della distribuzione non alimentare. A rischio il 20% delle aziende e il 16% dei dipendenti che lavorano nel no-food.



La riduzione dei ricavi avrà un impatto negativo rilevante sulle casse dello Stato in termini di Iva non riscossa, che varierà tra 24,4 miliardi di euro e 32,9 miliardi di euro. Al mancato incasso dell’Iva si aggiungerà anche la perdita erariale per il mancato gettito sull’attività economica delle imprese del settore.

“Chiediamo più attenzione da parte del Governo”, ha detto Claudio Gradara, presidente di Federdistribuzione, chiedendo di dare priorità a consumi, modernizzazione del Paese e delle infrastrutture, riduzione della burocrazia e gestione delle locazioni commerciali, da rivedere per dare un futuro ai retailer, mai così preoccupati. “La Gdo alimentare - ha concluso Gradara - oggi sta già registrando fatturati in linea con lo storico, dopo il boom delle prime settimane. Le previsioni di rimanere su questi numeri, nonostante la crisi in arrivo, sono ottimistiche, ma speriamo di realizzarle”.

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