«Servono i voucher»: il coro unanime delle associazioni

La fuga degli operai stranieri mette a rischio le raccolte dei prodotti primaverili ed estivi

«Servono i voucher»: il coro unanime delle associazioni
Non c’è tempo da perdere. Urge garantire alle aziende agricole la possibilità di fare affidamento su nuove forme contrattuali di lavoro flessibile per sopperire alla mancanza di braccianti stranieri, legata ai limiti posti alla circolazione di molti Paesi europei. Il ritorno ai voucher agricoli, in particolare, è la soluzione comune che stanno chiedendo al nostro Governo le principali organizzazioni agricole, tra cui Coldiretti, Confagricoltura e Cia.

In Veneto, già adesso, i coltivatori di asparagi non riescono a trovare personale (clicca qui per leggere l’articolo di oggi) e si devono quindi accontentare di squadre di raccoglitori sottodimensionate per rispondere al picco produttivo, atteso nelle prossime settimane. 

Le altre regioni d’Italia, in vista della nuova campagna primaverile ed estiva, ormai alle porte, sono fortemente preoccupate per una problematica che da più parti viene considerata imminente. In Emilia-Romagna, per esempio, le raccolte stagionali di fragole dovrebbero partire tra la fine aprile e l’inizio di maggio. Poi sarà il turno della frutta estiva, con le prime albicocche che potrebbero essere staccate a già a metà maggio. Chi le raccoglierà se non si potrà contare sui lavoratori stranieri?

Il tempo stringe. Per Coldiretti “occorre subito una radicale semplificazione del voucher agricolo che possa consentire da parte di studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne”. E, in questo contesto, diventa “necessario - secondo l’organizzazione - prorogare gli attuali permessi per lavoro stagionale in scadenza al fine di evitare ai lavoratori stranieri di dover rientrare nel proprio Paese di origine”. 



Nicola Dalmonte, presidente di Coldiretti Ravenna, ci spiega: “La preoccupazione dei nostri associati è molto alta, in particolare per la raccolta della frutta. Negli ultimi giorni una parte del personale extra-comunitario delle aziende agricole locali è ritornato al proprio Paese e, di sicuro, per quest’anno non farà ritorno in Italia. Servirebbe, a mio avviso, introdurre una tipologia di voucher flessibile che possa permettere anche di assumere lavoratori provenienti da settori gravemente penalizzati dal coronavirus, come quello turistico”.

“La situazione sta precipitando”, sottolinea, da parte sua, Francesca Aldegheri, referente di giunta di Confagricoltura Verona per il settore frutticolo, che denuncia la difficoltà delle aziende fragolicole a trovare operai per il picco della raccolta di maggio. “Molti lavoratori comunitari attualmente ci scrivono o ci chiamano per dirci che non vogliono venire in Italia o non possono, perché le frontiere sono chiuse”.

Per Piergiovanni Ferrarese, presidente dei giovani di Confagricoltura Verona, si deve puntare proprio sulle giovani generazioni sempre attraverso la reintroduzione dei voucher. “Tantissimi giovani stanno perdendo la possibilità di fare la stagione nel settore della ristorazione, per non parlare dei negozi e delle fabbriche - evidenzia - Per questo motivo credo che introdurre dei voucher, com’è stato fatto con le baby sitter, sia più che opportuno. Si tratterebbe di uno strumento semplificato, normato nel migliore dei modi per impedirne l’abuso, che potrebbe evitare le complicazioni sorte da quando è stato abrogato negli allevamenti, nell’ortofrutta e nella viticoltura”.

“Con i voucher potremmo garantire la raccolta delle fragole, degli asparagi, dei piccoli frutti e delle ciliegie, reclutando anche pensionati e disoccupati - conclude Ferrarese - Oggi più che mai l’agricoltura può, oltre che produrre cibo sano e controllato, rispondere alle necessità di molte persone, giovani e non, che necessitano di un’integrazione al reddito”.

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