Pratiche sleali all'esame del Governo

Nel prossimo Cdm la Direttiva Ue che vuole garantire rapporti di filiera equi

Pratiche sleali all'esame del Governo
“E’ una norma che vuole pulire il campo dalle scorrettezze per garantire reciprocità nella filiera; il recepimento, in Italia, dovrebbe essere imminente, contiamo in vigore in fretta e possibilmente in quasi simultanea in tutta Europa”. Si era espresso così, agli Stati Generali dell’Ortofrutta del 20 novembre scorso, l’europarlamentare Paolo De Castro, “fautore” della Direttiva europea sulle pratiche sleali. Adesso lo striscione del traguardo sembra vicino: il provvedimento - riporta Agricolae - è in fase di esame preliminare da parte del Governo e dovrebbe andare al vaglio del prossimo Consiglio dei ministri. 

“La Direttiva è al primo punto dell’ordine del giorno della prossima legge comunitaria - aveva anticipato De Castro in occasione dell’evento organizzato da Agroter, Italiafruit News e Mark Up sottolineando l’impegno del ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova - mi auguro che in tempi molto brevi si possa recepire la Direttiva su cui tanto abbiamo lavorato a Bruxelles”.

In base al testo, i contratti tra fornitori e acquirenti dovranno essere scritti e chi subisce ingiustizie potrà denunciarle personalmente o tramite le associazioni mantenendo l'anonimato. Sulla stessa linea, viene data la possibilità alle organizzazioni di fornitori e alle organizzazioni di rappresentanza di presentare denuncia all’autorità di contrasto a nome dei propri soci, garantendo ulteriormente l’anonimato del denunciante. Anche le organizzazioni non governative potranno sporgere una denuncia su richiesta di un fornitore. L'acquirente non potrà avviare ritorsioni commerciali, mentre l’autorità legale di contrasto avrà l'obbligo di agire in tempi certi.


Paolo De Castro

All'articolo 7 figurano i "principi e i criteri per l'attuazione della direttiva Ue 2019/633 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 aprile 2019 in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola ed alimentare".

"Nell'esercizio della delega per l'attuazione della Direttiva Ue - si legge nel testo all’esame di Ministri - il governo osserva oltre ai principi e ai criteri generali di cui all'articolo 32 della legge 24 dicembre 2012 numero 234 anche i seguenti principi e criteri direttivi specifici: adottare le occorrenti modificazioni e integrazioni alla normativa vigente in merito alla commercializzazione dei prodotti agricoli e agroalimentari in particolare con riferimento all'articolo 62 del decreto legge 24 gennaio 2012 e successive norme di attuazione; coordinare la normativa vigente in materia di termini di pagamento del corrispettivo di cui all'articolo 62 con le previsioni relative alla fatturazione elettronica; prevedere che i contratti di cessione dei prodotti agricoli ed agroalimentari ad eccezioni di quelli conclusi con il consumatore e delle cessioni con contestuale consegna e pagamento del prezzo pattuito siano stipulati obbligatoriamente in forma scritta; confermare che l'obbligo della forma scritta dei contratti di cessione dei prodotti agricoli e alimentari non possa essere assolto mediante forme equipollenti quali documenti di trasporto o di consegna o fatture secondo le disposizioni vigenti; integrare l'elenco delle pratiche commerciali sleali vietate ai sensi dell'articolo 1 della direttiva Ue 2019/633 anche con la previsione del divieto alle vendite dei prodotti agricoli e alimentari attraverso il ricorso a gare a doppio ribasso; adeguare il sistema sanzionatorio rispetto alle fattispecie per le quali si configura una pratica commerciale sleale”.

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