Cimice asiatica, il conto è servito

Per le pere danni superiori a 267 milioni. Perdite di 8.600 euro/ettaro

Cimice asiatica, il conto è servito
Più che una relazione sulle ultime tendenze nella pericoltura sembra un bollettino di guerra quello presentato da Cso Italy sabato a Futurpera. Naturalmente a tener banco è lei: la cimice asiatica, di cui si prova a far la conta dei danni.

E i numeri non sono confortanti: 267,4 milioni di euro per il Nord-Italia, di cui oltre 200 solo in Emilia-Romagna, e 34,2 in Veneto. Tra le diverse cause la principale è ovviamente il prodotto non raccolto che vale 125,3 milioni di euro, mentre sono 29,8 i milioni persi per il calo qualitativo (ossia prodotti declassati da prima a seconda qualità) e di 112,3 milioni di euro di perdite in post-raccolta e all’indotto.



Il danno è ancora più evidente quando si fanno i conti della Plv per ettaro. Per il 2019 si stima un costo medio di produzione per l’Abate di 17.500 euro a fronte di una Plv di 8.900 euro ai prezzi correnti. La matematica non è un’opinione, e la sottrazione è presto fatta: per il coltivatore questo si traduce in una perdita per ettaro di 8.600 euro.



“Il 2019 è stato un anno sicuramente difficile - ha puntualizzato Elisa Macchi, direttore del Cso - perché ai problemi climatici si sono sommati i gravissimi effetti della cimice asiatica e della maculatura bruna, che hanno finito per decimare come mai visto in precedenza pe produzioni italiane. Parliamo di danni che nel Nord Italia e solo per le pere si attestano su 267 milioni di euro e una perdita occupazionale in tutto il comparto valutata in oltre 337.000 giornate. Per il prossimo triennio è possibile effettuare una proiezione della potenzialità produttiva dell'Emilia-Romagna che stante le attuali condizioni al 2022 potrebbe posizionarsi sul -10% rispetto al dato attuale, con un'ulteriore perdita di 1.700 ettari nei prossimi 3 anni. Per questo le strategie di difesa contro cimice e maculatura bruna sono più che mai essenziali”.



Sul palco del World Pear Forum si sono alternati esperti e ricercatori che hanno fatto il punto sulla diffusione della cimice asiatica in Italia e in Europa. Tutti concordano sull’esigenza di contenere l'insetto attraverso una strategia che integri diversi strumenti: monitoraggio, difesa chimica, difesa biologica, dunque l’utilizzo di antagonisti e nuove sperimentazioni che paiono promettenti.



I produttori, nel frattempo, chiedono però azioni immediate. Venerdì Agrinsieme (che riunisce Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari) ha fatto il punto sulla situazione di aziende e cooperative in occasione di FuturPera ribadendo la necessità di avere risorse e tempi certi rispetto agli impegni presi dalle istituzioni. Le organizzazioni si sono dette pronte a tornare in piazza, se necessario, annunciando un percorso unitario di mobilitazione che continuerà ad oltranza.

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