Clementine e mandarini, la produzione nazionale non mancherà

Dopo il boom produttivo del 2018, l'Italia torna su volumi normali

Clementine e mandarini, la produzione nazionale non mancherà
La campagna agrumicola italiana è appena iniziata con le prime raccolte degli ibridi Satsuma Miyagawa e Mapo nel Meridione, più precisamente nell'arco ionico - zona che va da Acireale (Sicilia) a Taranto (Puglia), passando per la Calabria e la Basilicata - dove oggi si concentra circa il 90% della produzione tricolore di agrumi.

Stando alle prime indicazioni di importanti agrumicoltori ionici, la produzione nazionale di clementine mandarini dovrebbe scendere del 20-30% circa rispetto all'annata precedente, caratterizzata da un’offerta certamente eccedentaria. Il calo dovrebbe attestarsi sulle medesime percentuali anche per gli ibridi precocissimi come i già citati Satsuma e Mapo.

Il ritorno a volumi di produzione normali dovrebbe, in linea generale, garantire benefici legati al calibro prevalente dei frutti. Fra l'altro, l'assenza di piogge negli ultimi quattro mesi andrà sicuramente a favorire il grado zuccherino e quindi la dolcezza del succo.


Primi frutti di Satsuma 

Di conseguenza, anche le prospettive commerciali dovrebbero essere favorevoli. Alcuni soci agrumicoli dell'Op calabrese Esperia, che opera principalmente nella zona di Catanzaro, ci hanno spiegato che la produzione nazionale di clementine e mandarini potrà coprire a pieno la domanda standard del mercato italiano (Gdo, ingrosso, ecc.). 

Certo, l’andamento della campagna delle due specie dipenderà anche da due fattori "esterni": la quota delle importazioni - l’Italia nelle ultime due annate ne ha acquistate dall'estero poco più di 80mila tonnellate, ndr - e il clima autunnale ed invernale che, come sempre, andrà a condizionare i consumi di tutti i prodotti agrumicoli.

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