Consumi smodati e cambiamenti climatici, frutta a rischio

Wwf: entro mezzo secolo drupacee, fragole e uva potrebbero scomparire

Consumi smodati e cambiamenti climatici, frutta a rischio
Cambiamenti climatici e consumi “smodati”, il rischio di conseguenze disastrose è dietro l’angolo: così la pensa il Wwf, secondo cui tra solo mezzo secolo rischiano di non esserci più né vino né frutta e di diminuire in modo consistente grano, soia e mais. Il grido d’allarme è stato lanciato venerdì in occasione dell'Earth Hour 2019, ricorrenza celebrata il 30 marzo che prevede lo spegnimento dei riflettori di alcuni monumenti simbolo. L'Italia appartiene alla lista di Paesi che consuma più di quanto ha a disposizione: per soddisfare la "fame italica", servirebbero 4,3 Italie.

E il dramma, sostiene Wwf, è che la situazione, se non saranno adottate tempestive contromisure, non potrà che peggiorare nel corso dei prossimi decenni, “quando le risorse cominceranno a diminuire ulteriormente a causa dei cambiamenti climatici, elemento che non colpisce solamente zone remote come i poli o l'equatore, ma che ormai ha importanti ripercussioni anche in Italia, dove il surriscaldamento sta colpendo la produzione agricola nazionale trasformando profondamente il territorio e portando ad una diminuzione dei prodotti che sarà possibile coltivare 
nel corso dei prossimi decenni”.


Ecco allora che secondo uno studio, nel corso dei prossimi 50 anni la produzione di vino calerà dell'85% a causa della maturazione dell'uva resa più difficoltosa dalle temperature in aumento e nei campi non si coltiveranno più frutti come pesche, albicocche e fragole. Conseguenze pesanti in vista anche in molte altre aree e continenti, dalla California agli Stati africani.

L’attuale utilizzo delle risorse, oltretutto, mette in evidenza il Wwf, non sfrutta appieno la biodiversità delle coltivazioni: a fronte di circa 6mila specie vegetali, per esempio, ne vengono utilizzate solo 200 per produrre cibo, di cui nove sfruttate nel 66% dei casi. I cambiamenti climatici, infine, hanno effetti importanti anche sugli aspetti nutrizionali del cibo stesso provocando - conclude lo studio -una diminuzione dei nutrienti.

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