Rucola, attesa per l'Igp e timori per la Brexit

Nella Piana del Sele il futuro Consorzio si prepara a numeri ambiziosi

Rucola, attesa per l'Igp e timori per la Brexit
In Campania cresce l'attesa per il riconoscimento Igp per la rucola della Piana del Sele. E se da una parte in provincia di Salerno le previsioni per lo sviluppo dell'ortaggio a foglia sono positive, dall'altra i timori per gli effetti della Brexit non mancano.

Nei giorni scorsi il presidente di Coldiretti Salerno Vito Busillo, produttore di IV Gamma, è stato intervistato dalla Rai sull'imminente riconoscimento della rucola Igp e sull'uso efficiente delle risorse idriche. I numeri portati da Busillo parlano di 6.500 ettari di serre nella Piana del Sele, di cui circa la metà destinati a rucola. Nel 2018 le 430 aziende impegnate in questa produzione hanno coltivato circa 400 milioni di chili di rucola, destinata per il 75% all'estero.



"Sono numeri eccezionali - ha detto Busillo alla Rai - Il futuro consorzio potrebbe diventare il terzo o il quarto per fatturato a livello nazionale. Il 60% delle aziende sono guidate da giovani con una forte propensioni all'innovazione e ai processi di internazionalizzazione".

L'areale di produzione dell'Igp vede coinvolti i territori di Eboli, Battaglia, Pontecagnano Faiano, Montecorvino Rovella, Montecorvino Pugliano, Bellizzi e Capaccio - Paestum. La rucola è una produzione ad alta sostenibilità ambientale, con risparmio idrico, e si sta facendo spazio anche il prodotto bio.



Davanti a un quadro positivo, però, c'è l'ombra della Brexit. Busillo teme che il mercato della IV Gamma possa subire limitazioni, dazi e costi maggiori per gli operatori. “Il regno Unito è uno sbocco di mercato determinante per il comparto della provincia di Salerno - conclude Busillo - un mercato che potrebbe restringersi in caso di uscita del Regno Unito dall’Europa senza accordo".

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