«Mandarini italiani schiacciati dalle clementine estere»

La società Canguretto: senza la merce spagnola il mercato sarebbe tutto diverso

«Mandarini italiani schiacciati dalle clementine estere»
Se i produttori che aderiscono al Consorzio del mandarino tardivo di Ciaculli sono ampiamente soddisfatti (clicca qui per leggere il nostro articolo di ieri), i commercianti del prodotto che operano nel Palermitano non lo sono altrettanto. Chi è piccolo, infatti, viene in un certo senso "schiacciato" dalla forte concorrenza agrumicola estera che si registra in questo periodo.

"Le vendite procedono con lentezza nonostante l'alta qualità delle produzioni" dice a Italiafruit Paolo Scirè, titolare della Canguretto Sas di Villabate, azienda specializzata nel commercio di agrumi e frutta della Conca d'Oro.



"Non siamo soddisfatti della campagna commerciale e nemmeno dei prezzi. Da un paio di settimane in Italia - evidenzia - si registra una abbondante presenza di clementine spagnole, che sono trattate in post raccolta per essere perfette".

"I nostri prodotti, invece, sono diversi oltre che molto più buoni e sani. Li proponiamo al naturale oppure con cera a base d'acqua. Sicuramente, se non ci fosse la merce estera, adesso i Mercati all'ingrosso sarebbero molto più puliti perché gestirebbero solo mandarini e clementine del Sud Italia. Ormai, a livello quantitativo, l'agrumicoltura nazionale non può più competere con Paesi come Spagna e Argentina".



Sul tema dell'italianità interviene anche il presidente del Consorzio del mandarino tardivo di Ciaculli, Giovanni D'Agati, che sottolinea: "Ai consumatori bisogna spiegare molto di più cosa mangiano e l'importanza di privilegiare un prodotto italiano. Non si capisce, in ogni caso, perché in Italia si stiano importando limoni spagnoli quando ne abbiamo un mare".

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