Carciofi, la Sardegna perde oltre la metà della produzione

Comparto in ginocchio dopo il maltempo. Agro Mediterranea: l'offerta sarà carente sino a fine anno

Carciofi, la Sardegna perde oltre la metà della produzione
Il comparto carcioficolo sardo è in ginocchio dopo l'ultima ondata di maltempo che, tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre, ha spazzato via più della metà della produzione dei tre maggiori bacini dell'isola: l'Oristanese, il Campidano di Cagliari e il Sud del Sulcis. 

Il Gruppo Agro Mediterrenea, che coltiva 500 ettari a carciofi, ci fornisce un aggiornamento puntuale della situazione, giudicata "disastrosa" dall'imprenditore Filippo Frongia: "Stimiamo una riduzione dei volumi - dice - prossima al 60-70% rispetto agli standard del periodo, con punte dell'80% per alcune zone. Ai danni causati da piogge e grandine si è aggiunta anche la Peronospora, la quale sta influendo sulla tenuta della qualità in post raccolta".

"A oggi - aggiunge - non riusciamo a garantire forniture continue alla Gdo nazionale. Così, per evitare di fare brutte figure, abbiamo scelto di servire solo i Mercati all'ingrosso locali e nazionali".

Anche la Puglia, in questi ultimi giorni, ha riscontrato un forte rallentamento della produzione per via delle recenti bombe d'acqua. "In prospettiva, il mercato italiano registrerà sicuramente una carenza di offerta sino a fine dicembre, con continue interruzioni delle forniture e prezzi sostenuti. I retailer, in particolare, avranno seri problemi nell'approvvigionamento di capolini per la IV gamma".

Il Gruppo sardo confida di poter risalire la china nella seconda parte della campagna, tra gennaio ed aprile, quando saranno in produzione le carciofaie nel Nord dell'isola e in particolare nell'areale di Valledoria. "Sarà veramente difficile recuperare il gap, ma ci proveremo - conclude - La stagione già adesso è abbastanza compromessa. Ci auguriamo che vengano smentite le previsioni meteo che prospettano gelate per dicembre e gennaio". 

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