«Vi spiego l'impatto economico delle chiusure domenicali»

Il professor Tirelli: ecco che cosa non ha considerato il governo

«Vi spiego l'impatto economico delle chiusure domenicali»
Un bailamme di numeri. Un vorticoso flusso di dichiarazioni. Un dibattito di pancia davvero poco costruttivo quello sulle chiusure domenicali della Grande distribuzione organizzata: il vicepremier Luigi Di Maio, con l'annuncio di un provvedimento per far abbassare le serrande dei punti vendita di domenica e nei giorni festivi, ha aperto un fronte che sta spaccando il Paese.

Ma il partito delle chiusure per legge - come spiega Daniele Tirelli (professore alla Iulm di Milano e presidente del Retail Institute of Italy) - sta sventolando numeri a casaccio. "Queste proposte non sono mai seguite da un dibattito scientifico. Il nostro calendario prevede 64 giorni festivi, che equivalgono al 18% del monte ore lavorate annue. Se non sarà più possibile tenere aperto in queste giornate, sarà automatico un impatto in termini di reddito. E non dimentichiamo che in Gdo ci sono spesso contratti part time, per cui la contrazione sarà ancora più forte. L'informazione data, poi, risulta distorta: si è parlato più che altro di supermercati e ipermercati, ma chi ha pensato all'impatto di questa misura sui centri commerciali? Pensiamo al Westfield di Segrate, a come e dove è stato progettato, se sarà chiuso la domenica perderà il suo significato di attrazione internazionale".

centro commerciale arese

La chiusura domenicale per legge, poi, non avrà effetti solo sulle grandi superfici, ma penalizzerà anche l'indotto. "Dal piccolo franchiser che ha investito i suoi risparmi per aprire una gelateria in un centro commerciale - aggiunge Tirelli - fino alle agenzie di sicurezza e alle aziende di pulizia. Ci sono una serie di attività che, a cascata, subiranno un ridimensionamento del loro giro d'affari. L'economia è qualche cosa di pulsante, va analizzata nel suo complesso: non sono state considerate le catene specializzate che operano di domenica per il fattore dell'economia dell'attenzione. Pensiamo a chi deve comprare arredamenti o un vestito da sposa, serve tempo, calma, attenzione per l'appunto. Fattori che la domenica concede. Certo, questi elementi non servono ai discount, ma la necessità di tempo è essenziale per rispondere alle esigenze dei clienti".

L'impatto sui posti di lavoro, quindi, quale sarebbe? "Considerando tutte le attività - risponde Tirelli - il provvedimento, con tutte le domeniche chiuse, potrebbe mettere in discussione 500mila posti di lavoro. Con la turnazione di una domenica su quattro, invece, si creerebbe il caos: tutti vorrebbero tenere aperti la domenica prima di Pasqua!".

Anche per Tirelli il disegno di legge annunciato da Di Maio finirebbe per fare un favore al commercio online e inserire elementi di concorrenza sleale sul mercato. "Molti dei nostri consumi sono di impulso - osserva il professore - Se non vado nel pdv posso rinunciare a comprare diverse cose. Ma una t-shirt in meno è una vendita in meno per tutto il sistema economico: se perdo l'acquisto di impulso perdo un'occasione per sempre, se oggi non compro il giornale, non è che domani ne acquisto due copie - conclude Tirelli - Siamo davanti a ventate di pura follia: se è vero che con le chiusure tuteliamo le famiglie, allora introduciamo anche il blackout televisivo e spostiamo le partite di calcio al sabato".

Giorgio Santambrogio Adm Federdistribuzione

Giorgio Santambrogio, presidente di Adm, sottolinea che la posizione della distribuzione è unitaria. "Tutto il commercio vuole che le decisioni in merito alle eventuali chiusure siano a livello nazionale, non lasciamole agli enti locali. E poi non addentriamoci nella bagarre su quali territori siano turistici o meno. Una cosa è chiara: il commercio vuole tenere aperto. Chi fa discount - aggiunge Santambrogio con un chiaro riferimento alla posizione di Eurospin (clicca qui per leggere la notizia) - non è interessato perché non crea rapporto con il cliente. Per noi che facciamo relazione con le famiglie, che diamo servizi, che mettiamo a disposizione luoghi... Ecco, per noi è diverso. Quello che sta accadendo è una follia. Piuttosto delle chisure bisogna pensare a nuove politiche di welfare - conclude il presidente di Adm - E queste nostre posizioni le porteremo alla Commissione attività produttive di oggi pomeriggio".

Luigi Scordamaglia Federdistribuzione

Anche il mondo dell'industria guarda con apprensione ai possibili scenari. Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare, esprime timori a nome di "58mila aziende che produttrici, che hanno subito un calo dei consumi" nei canali tradizionali. "Togliere il secondo giorno per acquisti fa male a un Paese che ha fame di sviluppo. Distribuzione e industria alimentare hanno contratti nazionali di lavoro rigidi che danno garanzie e remunerano chi lavora di domenica. In questo dibattito c'è una grande ipocrisia di fondo e questa battaglia non è solo una battaglia della distribuzione".

Stephane Coum Carrefour Italia

Per Stephane Coum, amministratore delegato di Carrefour Italia, la questione delle aperture domenicali si riassume cosi. "Abbiamo punti vendita aperti h24, anche durante la notte, e abbiamo clienti. Teniamo aperti la domenica e abbiamo clienti. Non è la Gdo che vuole aprire, ma è una risposta alla domanda dei consumatori. Nel resto del mondo ci sono tanti Paesi dove la domenica è un giorno di apertura normale - conclude - e ci sono tanti studenti che, proprio grazie al lavoro domenicale, si sono pagati gli studi".

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