Caviale di limone, è iniziata la raccolta

E' la prima del consorzio Finger lime: «Giochiamo d'anticipo rispetto all'Australia»

Caviale di limone, è iniziata la raccolta
Un prodotto di nicchia che sta catturando l'interesse dell'alta ristorazione e che sta muovendo i primi passi anche nella distribuzione. Stiamo parlando del finger lime, o caviale di limone, un agrume che anche in Italia si sta iniziando a produrre.

Il Consorzio Finger Lime è nato nel 2016 e ha associati in Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia e Lazio ed è presieduto da Marcello Cividini. Il consorzio diffonde materiale di propagazione e assicura ai propri soci varietà sicure e tutto il supporto per la coltivazione di questa pianta. Una pianta rustica, che richiede un quarto dell'acqua rispetto agli agrumi, non necessita di particolari interventi e regala frutti davvero particolari.



Come ricorda Marco Battaglia, giovane produttore e vicepresidente del Consorzio, "sulla buccia del finger lime ci sono 1500 oli essenziali che conferiscono all'agrume caratteristiche uniche". Per le sue vescicole sferiche viene anche chiamato caviale di limone.



A un anno dai primi impianti inizia la produzione vera e propria del finger lime con la raccolta, per esempio, negli impianti di Francofonte (Siracusa) e Cisterna di Latina. "Piccole quantità ma di grande importanza, in quanto segnano l’ingresso dell’Italia tra i Paesi produttori del pregiato agrume", aggiunge Battaglia.  "Il Consorzio Finger Lime, ha lo scopo di promuovere e tutelare produzione e commercio delle migliori varietà dell’insolito agrume australiano, con il supporto della vivaista australiana Judy Viola, la madre del finger lime, presidente onoraria del consorzio".



Il consorzio si batte in difesa delle varietà originali. "In commercio si trovano varietà di fantasia come il Faustrime, che la creatività italiana ha messo in campo per soddisfare una domanda di piante superiore alla disponibilità delle cultivar originali - aggiunge l'imprenditore - Il mercato mondiale del finger lime è in costante ascesa, in Australia i maggiori produttori continuano ad ampliare le coltivazioni. L’Italia tra pochi anni sarà un player di mercato importante con un anticipo sulle produzioni australiane di quattro mesi e sarà in grado di offrire un prodotto di qualità al pari di quello australiano".

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