Russia, i furbetti dell'embargo cadono nella rete dei controlli

Ortofrutta polacca e turca entra dalla Bielorussia sotto mentite spoglie

Russia, i furbetti dell'embargo cadono nella rete dei controlli
Vita dura in Russia per i furbetti dell'embargo. Ad oltre un anno e mezzo dalle restrizioni commerciali imposte da Vladimir Putin sui prodotti occidentali, compresi quelli ortofrutticoli, c'è chi tenta ancora di far arrivare frutta e verdura europea sulle tavole dei russi. Dal primo gennaio scorso, poi, l'embargo è ancora più stringente perché riguarda anche i prodotti turchi, un ulteriore giro di vite sulle importazioni russe dopo che l'Aeronautica turca ha abbattuto un caccia russo a fine novembre.

Il trucchetto per tentare di far entrare i prodotti ortofrutticoli europei e turchi in Russia funziona così: si fa passare la merce per la Bielorussia, che non ha varato nessun embargo, e si cerca di oltrepassare il confine con la Russia sfruttando l'unione doganale tra i due Paesi.



Nei primi quindici giorno di marzo, nelle regioni di Tver e Pskov (vicine al confine tra Russia, Bielorussia e Lettonia) Rosselkhoznadzor, l'agenzia federale per la sicurezza alimentare, ha bloccato 24 lotti di prodotti soggetti a embargo per un totale di 300 tonnellate. Alcuni lotti – viene spiegato in una note pubblicata sul sito dell'agenzia – riportavano come indicazione del contenuto biscotti o acqua minerale, ma a un controllo degli ispettori è risultato tutt'altro: mele, pomodori, pere e cavoli di origine polacca e turca.

Seguendo i decreti firmati dal presidente Putin, 80 tonnellate di questi prodotti sono finiti in discarica per essere distrutti, come viene documentato nelle foto tratte dal sito di Rosselkhoznadzor.


Maicol Mercuriali
Italiafruit News
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