Green War/Vertical Bio: il Tar dà ragione a Suolo e Salute

Dopo la sentenza del Tribunale amministrativo laziale l'organismo di certificazione attacca Icqrf

Green War/Vertical Bio: il Tar dà ragione a Suolo e Salute
Si rafforza la credibilità di Suolo e Salute nell'ambito dell'indagine Green War/Vertical Bio, che nel 2013-2014 ha portato a perquisizioni, sequestri e misure cautelari a carico di una decina di società attive nell'importazione via Italia e Malta di prodotti falsi biologici da Moldavia, Romania, Ucraina e Kazakistan.

Dopo il Tribunale del Riesame di Pesaro e la Corte Suprema di Cassazione, anche il Tar del Lazio si è infatti pronunciato a favore di Suolo e Salute accogliendo il ricorso presentato dalla società contro il DM 1133/2014 del Mipaaf-Dipartimento Ispettorato Tutela Qualità e Repressioni Frodi (Icqrf), recante la revoca all'ente dell'autorizzazione ad esercitare il controllo e la certificazione di prodotti biologici e/o ottenuti con il metodo dell'agricoltura bio da Paesi terzi.
 
Suolo e Salute fa sapere di essere soddisfatta per il successo processuale. Le motivazioni della sentenza del Tar, pubblicata il 26 gennaio scorso, "spiegano con chiarezza come infondate non fossero le preoccupazioni da tempo espresse in ordine alla legittimità dell'indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Pesaro che non ha mai adempiuto allo specifico obbligo di legge di ricercare ‘anche' le fonti di prova favorevoli all'indagato", dichiara Suolo e Salute in una nota stampa.

Secondo quanto statuito dal Tar, "dall'esame della sequenza degli atti giudiziari, emessi prima del provvedimento di revoca, non emergono evidenti e precisi elementi a carico della società né risulta approfondita l'analisi del quadro probatorio riguardo la ‘carenza e inefficacia dei controlli' da parte della stessa, con evidenti riflessi negativi anche sulla motivazione rendendola insufficiente e non rigorosa e, quindi, non adeguata in ragione della natura dell'atto di revoca adottato".

Alla luce del pronunciamento, Suolo e Salute non esita a sferrare un attacco all'Icqrf: "L'ispettorato – sottolinea l'ente – continua a vedere rintuzzati tutti i suoi tentativi di trovare colpevoli delle importazioni pretese fraudolente lontano da Roma nella sua abusata duplice veste di organo di polizia giudiziaria e di Istituzione ricompresa dell'Autorità nazionale competente".

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