Ortofrutta e bio, le priorità di Alleanza delle Cooperative

Ortofrutta e bio, le priorità di Alleanza delle Cooperative
"Rafforzare il presidio a livello nazionale e comunitario delle varie problematiche legate all'utilizzo dei prodotti fitosanitari è prioritario per il settore ortofrutta, al fine di promuovere la sostenibilità ambientale delle nostre produzioni. Due gli asset strategici su cui vogliamo lavorare: da una parte il supporto al processo di innovazione e ricerca per trovare soluzioni sempre più adeguate in condivisione con istituzioni e centri di sperimentazione e ricerca nazionali e europei; dall'altra la promozione di una corretta informazione sull'alto grado di sicurezza della nostra produzione, garantito dalle regole europee e nazionali, perché i progressi ottenuti fino ad oggi sono percepiti solo in minima parte dalla collettività e le emergenze fitosanitarie sono sempre all'ordine del giorno, come ad esempio la cimice frutta xylella, Psa del kiwi". Lo ha detto ieri il coordinatore del settore ortofrutticolo dell'Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Davide Vernocchi (foto di apertura), alla IV Assemblea nazionale dell'Alleanza delle Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare in corso a Roma.

"Fondamentale per la nostra filiera -  ha aggiunto Vernocchi, che in assemblea ha presentato il nuovo documento programmatico del settore – sarà anche la promozione di iniziative mirate all'apertura di nuovi mercati per garantire una maggiore reciprocità e la rimozione delle barriere tariffarie o fitosanitarie verso i Paesi extra UE. Altri obiettivi saranno il supporto alla definizione di proposte progettuali che spaziano dalla promozione all'internazionalizzazione, per affrontare la competizione sui mercati esteri più remunerativi. Priorità per il settore saranno anche la riduzione degli sprechi alimentari, con una gestione più efficiente delle eccedenze del mercato e il potenziamento degli aiuti alimentari a favore delle popolazioni bisognose".

L'Alleanza delle Cooperative Italiane rappresenta circa 1.000 cooperative ortofrutticole che esprimono 8 miliardi di euro di fatturato.

La squadra dell'Alleanza delle Cooperative Agroalimentari con le sue filiere si è presentata per la prima volta al completo attraverso i documenti programmatici illustrati nel corso della IV Assemblea nazionale dell'Alleanza delle Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare.

Bertoldi (Bio): organizzare di più la filiera per rispondere alla domanda crescente e difendersi dalle importazioni

Per la filiera del biologico, "la crescita che si registra ogni anno nel consumo di prodotti biologici – che nel 2014 ha segnato un +11% nelle vendite presso la GDO – non è accompagnata da una crescita delle produzioni". E' quanto ha rilevato il coordinatore del settore biologico dell'Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Andrea Bertoldi, durante IV Assemblea nazionale dell'Alleanza delle Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare.

La domanda rischia di essere coperta dalle importazioni che nel 2013 sono aumentate del 21% rispetto all'anno precedente. "Per riuscire a far fronte alla richiesta crescente dei consumatori italiani e stranieri – continua Bertoldi - è pertanto necessario raddoppiare la produzione biologica nazionale, incrementando la conversione delle superfici e qualificandola rispetto ad alcune produzioni specifiche. È infatti sconcertante che oltre il 50% del prodotto che proviene da coltivazione biologica si perda e non venga venduto come biologico perché non certificato".

"Un supporto agli operatori nella fase della conversione è dunque prioritario – prosegue il coordinatore del settore biologico dell'Alleanza delle Cooperative Agroalimentari - e per farlo devono essere messi in campo strumenti di sostegno diretti per la fase di certificazione ma anche per la gestione dei rischi". In agricoltura biologica infatti la possibilità di sostenere il reddito dei produttori nella fase di conversione e avere a disposizione maggiori strumenti per la gestione dei rischi -  questi ultimi fondamentali perché l'agricoltura biologica è per sua natura più esposta ai rischi – sono strade essenziali per sviluppare il settore, mantenendo al contempo la fiducia del consumatore. Tali opportunità vanno trovate nella normativa comunitaria, la cui modifica è in questi giorni nella fase finale della discussione, nella programmazione nazionale e regionale, ma anche in strumenti privati elaborati per la gestione dei rischi a livello aziendale". 

"La cooperazione è la struttura societaria che, per i suoi valori, più si presta a rispondere a questi bisogni e non ultimo a quello di favorire l'aggregazione e la programmazione dell'offerta rispetto al mercato, come previsto tra l'altro nelle proposte per il settore inserite nel documento programmatico presentato in Assemblea. Ma anche altri strumenti possono essere sviluppati come ad esempio i distretti agroalimentari di qualità biologica o la costituzione di una Organizzazione interprofessionale per una migliore integrazione di filiera" conclude Bertoldi.

Fonte: Ufficio Stampa Alleanza delle Cooperative Italiane