«Un Club per rilanciare la clementina italiana»

La proposta di Eleuteri al convegno sull'agrumicoltura di sabato in Calabria con Vercher (Bollo)

«Un Club per rilanciare la clementina italiana»
Oltre 200 persone hanno preso parte al convegno “Evoluzione e prospettive dell’agrumicoltura di domani” organizzato dall’Associazione di tecnici in agricoltura Lameta e dagli Ordini degli Agronomi delle province di Cosenza, Matera, Taranto, che si è svolto sabato al Centro di eccellenza di Corigliano Calabro. I lavori sono stati introdotti dall’agronomo Francesco Perri, tra i maggiori esperti italiani di clementicoltura, protagonista di una rapida carrellata delle nuove varietà di mandarini e arance in diffusione nel Mediterraneo: particolarmente interessanti le due nuove varietà presentate da Perri, una precoce, mutazione spontanea della varieta’ Spinoso (rispeto al quale matura 7-8 giorni prima) ed una tardiva (matura a gennaio), mutazione spontanea della Comune per ora individuata con una sigla, SZ. 

Perri ha poi dichiarato che se nel caso della prima mutazione si debba ancora attendere del tempo per valutarne meglio le performance, nel caso della SZ, invece, si deve solo attendere il materiale da diffondere dopo una valutazione agronomica e commerciale estremamente positiva. Serviranno tuttavia un paio di anni almeno per poter avviare la coltivazione che seguirà un disciplinare ben preciso. 

Agrumicoltura nazionale in sofferenza, ma l'innovazione paga



Dopo la relazione del professor Santi Longo sulle problematiche e prospettive del controllo ecocompatibile dei fitofagi degli agrumi, Marco Eleuteri, direttore commerciale della Aop Armonia, la maggiore associazione di organizzazioni di produttori del Sud Italia ed uno dei maggiori operatori clementicoli italiani, ha commentato dapprima il declino che nell’ultimo decennio ha ridotto drasticamente il peso internazionale dell’agrumicoltura italiana (la produzione nel bacino del Mediterraneo è cresciuta del 15% ma l’Italia ha perso il 40%), per poi descrivere il caso della Aop Armonia: negli ultimi anni, in controtendenza, è cresciuto considerevolmente con le clementine, anche grazie ad una innovazione di packaging denominata Traditional Fruit Basket, cestino da 1,5 kg che nel corso di due anni è diventata la confezione più venduta tra quelle in assortimento (è previsto rappresenti il 30% delle vendite di clementine per la campagna 2015-2016), con un incremento del 50% rispetto all’anno prima e che per il 50% circa viene destinata all’estero, in realtà come Germania, Svizzera e Paesi scandinavi, dove normalmente è il prodotto spagnolo a farla da padrone. 



La proposta: coalizzarsi per spingere le nuove varietà di clementina made in Italy

Innovativa e per certi versi provocatoria è stata poi la proposta di Eleuteri circa la creazione di un Club che riunisca intorno ad un progetto denominato Clementina Italiana Tradizionale quelle aziende che condividano l’obiettivo di regolare e controllare la produzione delle nuove varietà figlie della clementina italiana per eccellenza, la Comune, a partire dalle due cultivar presentate da Perri durante il convegno: “Non ha molto senso seguire con tanto ritardo e a caro prezzo quanto fatto in Spagna con le cosiddette varietà protette, nel lungo periodo questa non sarebbe una strategia vincente; dovremmo invece cercare di mettere a punto una gamma varietale di “sangue italiano” che ci permetta di essere sul mercato per un periodo sufficientemente lungo, ossia almeno quattro mesi, traguardo che con le novità presentate al convegno non è più un sogno, e con un prodotto che possa sfruttare appieno l’appeal che il nostro agroalimentare ha in giro per il mondo”.



Vercher (Bollo): Orri, una varietà "regina" da... 110 milioni di euro

A chiudere i lavori l’intervento di Josè (Pepe) Vercher, Ceo della Bollo International di Valencia, un protagonista dell’agromicoltura mondiale a capo di un gruppo che quest’anno fatturerà oltre 110 milioni di euro. L’imprenditore spagnolo ha fatto una rapida carrellata delle maggiori novità varietali spagnole per soffermarsi soprattutto sulle  più tardive, le più redditizie negli ultimi anni, grazie anche all’effetto regolatore dei cosidetti Club che ne hanno regolamentato e limitato la diffusione. In particolare Vercher ha commentato come la varietà Nadorcott l’ultimo anno abbiaregistrato quotazioni inferiori dell’anno precedentee la sua commercializzazione sia seriamante minacciata dalla rapida diffusione della varietà Tango, frutto praticamente uguale all’Afourer/Nadorcott che per il fatto di essere irradiata non impollina e quindi non ha il problema dei semi nei frutti (al contrario della Nadorcott) e la cui diffusione, pur essendo varietà protetta, non è regolamentata da Club. 

Per Vercher è Orri la regina delle clementine: matura nello stesso periodo della Nadorcott e l’anno scorso ha registrato quotazioni sensibilmente più alte. “Abbiamo concordato con gli israeliani del Volcani Center di pagare in sei anni circa 110 milioni di euro - ha rivelato - una cifra enorme, che ci rende però gli unici produttori in Europa nonché i custodi e vigilatori della varietà. In Spagna ne sono stati già piantati 2500 ettari, come in Israele, e stiamo mettendo a punto un sistema di controllo molto severo che ci permetterà di perseguire con efficacia chi cercherà di piantare illegalmente questa varietà.

“Come immaginerete”, ha concluso Pepe “Bollo”, “dopo aver pagato tanto faremo di tutto per impedirne la diffusione illegale; del resto pensiamo che le catene distributive europee non accettino di commercializzare nei propri punti vendita frutti prodotti illegalmente…”.

Nella foto di apertura, i relatori del convegno