De Castro Commissario all'agricoltura, pressing su Renzi

Gli imprenditori: l'Italia spinga la candidatura. Il Consiglio agricolo non taglia i fondi alle Op

De Castro Commissario all'agricoltura, pressing su Renzi
Agricoltura e agroalimentare "sponsorizzano" in maniera sempre più marcata la nomina di Paolo De Castro a Commissario europeo all'agricoltura e allo sviluppo rurale. Emblematico quanto avvenuto lunedì scorso, 16 giugno, in occasione dell'assemblea congiunta di Confindustria Vicenza e Verona, quando l'imprenditore vitivinicolo veronese Vito Finato è corso a stringere la mano al presidente del Consiglio Matteo Renzi appena entrato: "Mi raccomando la scelta su Paolo De Castro, per noi ha sempre avuto un ruolo fondamentale", gli ha detto.
 "Lo so - ha replicato il Premier - e faremo il possibile".
Pochi giorni prima era stato Nicola Cesare Baldrighi, presidente del Consorzio Grana Padano, a spendersi in prima persona: "È il momento che l'Italia pretenda il Commissario europeo per l'Agricoltura", ha scritto a Renzi. Gli imprenditori, insomma, premono per una scelta ritenuta strategica nell'ottica di accrescere il peso specifico dell'Italia nello scacchiere comunitario.

Incontro con il segretario di Stato Usa Tom Vilsack

Ieri, intanto, il presidente uscente della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo ha incontrato a Bruxelles Tom Vilsack, segretario di Stato americano per l'agricoltura. Al centro della riunione i negoziati commerciali tra Europa e Stati Uniti (Ttip) e altri temi prioritari per le relazioni agricole e agroalimentari Ue-Usa. Vilsack, che successivamente si è confrontato anche con Dacian Ciolos, aveva conosciuto De Castro nel 2009 durante una visita della Comagri a Washington.

De Castro ha sottolineato come l'accordo Ttip rappresenti una grande opportunità per Ue e Usa ma, ha detto, deve garantire gli alti standard agricoli e alimentari europei, proteggere i consumatori e rispettare parità di condizioni per gli agricoltori dell'Unione. Il presidente Comagri ha poi ricordato come l'obiettivo dell'accordo sia quello di incrementare gli scambi commerciali tra l'Unione europea e gli Stati Uniti, stimolando la crescita e aumentando l'occupazione, specialmente giovanile.



"Siamo tutti impegnati a garantire che l’agricoltura sia adeguatamente inclusa nell’accordo commerciale in corso di negoziato tra l’Ue e gli Usa", ha detto Vilsack al termine dell'incontro. “Senza un significativo capitolo agricolo è improbabile che il Congresso americano dia la sua approvazione ad un accordo commerciale”. Vilsack riconosce che molto resta da fare nelle trattative in corso e spiega: “Io non sono uno dei principali negoziatori, il mio compito qui è di far capire che l’agricoltura degli Stati Uniti non è monolitica ed è più diversificata” di quanto la gente possa pensare. Insomma, per il rappresentante Usa “c’è bisogno di una maggiore comprensione da entrambe le parti” sia sulla Politica agricola comune europea, sia sul Farm Bill degli Usa.
 

Il 7 luglio rinnovo cariche nella Comagri e subito tre temi caldi

Si avvicina intanto il conto alla rovescia per il rinnovo cariche all’interno della stessa Commissione agricoltura e sviluppo rurale, fissato per il prossimo 7 luglio, quando saranno nominati  presidente e 4 vicepresidenti. Successivamente si entrerà nel vivo dei lavori: l'agenda è fitta di impegni. "Al primo punto c'è l’esame della proposta di modifica del regolamento sul biologico che presenta molti aspetti criticati dalle principali associazioni di settore - spiega De Castro - e subito dopo sarà la volta della nuova Ocm ortofrutta, per la quale si riparte dal libro bianco: ci auguriamo di poter giungere a una proposta più ambiziosa che possa rafforzare ulteriormente le Op. E poi c'è il grande tema delle sementi e del materiale di propagazione". Il tutto, nel semestre di presidenza italiana.

Scongiurata la riduzione dei fondi Ue all'Italia

E' chiuso – almeno per il prossimo semestre di presidenza italiana dell'Ue e in attesa della formazione di un nuovo Esecutivo – il dibattito europeo sulla revisione della riforma del 2007 relativa al settore dell'ortofrutta. In particolare, per quanto riguarda il livello di sostegno attualmente garantito alle organizzazioni di produttori e agli Stati membri dell'Ue che, come chiedevano Italia, Francia, Spagna e Grecia, si mantiene inalterato.

I ministri dell'agricoltura europei riuniti a Lussemburgo hanno infatti approvato un testo di "conclusioni" accompagnate da una dichiarazione della Commissione, che si impegna a presentare al più tardi nel 2018 un rapporto per introdurre eventuali proposte legislative nel settore della frutta e della verdura.

Da tempo infatti, i 10 Partner europei (dell'est e del sud dell'Europa) che hanno aderito nel 2004 all'Ue, chiedono di ripartire nuovamente i fondi comunitari per il settore, riducendoli a quei Paesi – come l'Italia – dove si è raggiunto un buon livello di associazionismo, per darli a quegli Stati dove ci sono ancora molto carenze. 

“Siamo soddisfatti che nelle conclusioni del Consiglio Agricolo riunito lunedì a Lussemburgo sia stata ribadito il ruolo centrale delle Op nel raggiungere gli obiettivi della Politica agricola comune per il settore ortofrutticolo e che sia stato riconosciuto anche che sia possibile lavorare per migliorare il funzionamento e l’attrattività delle organizzazioni di produttori introducendo ad esempio maggiore chiarezza e semplificazione nell’attuazione delle misure di prevenzione e gestione delle crisi”: così, a nome dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Davide Vernocchi (foto sopra) per il quale nel Consiglio Agricolo “è stato in particolare premiato il proficuo lavoro di squadra portato avanti negli ultimi mesi dall’amministrazione italiana, con il costante coinvolgimento nelle sedi europee degli altri principali Paesi produttori ortofrutticoli, mirato sostanzialmente a contrastare la presentazione a breve termine di proposte legislative sulla futura riforma dell’Ocm ortofrutticoli fondate sulla riduzione dell’attuale sostegno comunitario alle Op operanti nei Paesi storici". 

“Il risultato raggiunto, in virtù del blocco esercitato dai Paesi produttori  - spiega Vernocchi - con il pieno sostegno in questa direzione della cooperazione italiana, francese e spagnola,  ha  sicuramente dato un segnale politico molto  importante, giudicando prematuro avviare un percorso radicale di riforma in una fase in cui è ancora tutto da valutare l’impatto di alcune modifiche apportate dalla recente riforma della Pac”.

“Riteniamo che il  chiarimento intervenuto sul calendario del lavori comunitari  - la conclusione di Vernocchi - consentirà ora di orientare al meglio le imminenti  decisioni nel nostro Paese relative alla  definizione della strategia nazionale applicativa delle nuove disposizioni del Regolamento n. 1308/2013, salvaguardando in particolare la programmazione dei Programmi Operativi  poliennali delle Op nell’orizzonte definito almeno fino al 2020 e  la corrispondente durata della strategia nazionale” .


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