WASTE WATCHER: PER 6 ITALIANI SU 10 LO SPRECO ALIMENTARE NON INCIDE SULLA QUALITA' DELL'AMBIENTE

WASTE WATCHER: PER 6 ITALIANI SU 10 LO SPRECO ALIMENTARE NON INCIDE SULLA QUALITA' DELL'AMBIENTE
La maggioranza degli italiani non si rende conto che lo spreco di cibo e la tutela dell'ambiente sono un binomio interdipendente. E' quanto emerge da un'indagine di Waste Watcher, l'Osservatorio nazionale sugli sprechi avviato da Last Minute Market con Swg, presentata ieri a Roma dal ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, e dal coordinatore Pinpas Andrea Segrè, presidente di Last Minute Market.

Il 52% degli intervistati sostiene che lo spreco di cibo incide solo “in misura marginale” sulla qualità dell'ambiente e il 5% che incide “in una qualche misura”. Solo il 43% degli italiani giudica che ci sia una connessione “elevata” fra spreco alimentare e ambiente. Questo vuol dire che 6 italiani su 10 non mettono in relazione ai danni ambientali lo spreco di cibo.

"La lotta agli sprechi alimentari e il rispetto dell'ambiente sono un binomio inscindibile: per questo abbiamo voluto celebrare la Giornata Mondiale dell'Ambiente con una forte caratterizzazione sullo spreco del cibo. In una società colpita duramente dalla crisi economica, in cui la carenza di alimenti arriva a riguardare strati sociali impensabili fino a qualche tempo fa, lo spreco è una pratica ancor più ingiustificabile e insopportabile", ha detto Galletti sottolineando che occorre "passare dalla logica perversa dello spreco alla cultura del riutilizzo, partendo dall'educazione ambientale nelle scuole e da regole chiare per tutti i cittadini".

Dall’indagine Waste Watcher emerge che in Italia lo spreco alimentare comincia a venire arginato, ma solo sul fronte domestico. Quattro consumatori su 5, infatti, non gettano più via gli alimenti scaduti senza prima guardarli meglio e assaggiarli per vedere se il consiglio di buttarli entro una certa data è valido. Quattro mesi fa la percentuale era del 63%.

Prendendo in considerazione il solo spreco domestico in Italia (8,7 miliardi di euro l’anno), risulta che quasi metà degli 80 euro di aumento mensile deciso dal governo viene gettata ogni mese nella spazzatura assieme al cibo avanzato o scaduto: lo spreco mensile medio a famiglia per cibo buttato via è di 30 euro. E, se si risale la catena della produzione alimentare misurando gli sprechi anche nella produzione agricola e industriale e nella catena della distribuzione, si scopre che in Italia si buttano altri 3,5 miliardi di euro di cibo all’anno.

“L'81% del campione di italiani intervistato testa la qualità degli alimenti anche dopo la scadenza, ma è molto confuso sulla sicurezza alimentare” ha affermato Segrè. “Il 93% riconosce che lo spreco alimentare può essere ridotto più attraverso un'azione culturale mediante l'introduzione di regole e leggi ed il 77% è convinto che l'intervento più efficace passi, appunto, per l'educazione scolastica. Del resto - prosegue Segrè - sempre dalla stessa indagine emerge che i giovani (18-24) sono davvero poco attenti e sensibili alle questioni legate allo spreco alimentare e ambientale, sono sempre meno interessati al cibo. Da qui, dunque, bisogna ripartire, a un anno esatto dal primo forte richiamo del Papa sullo spreco alimentare. Nel 2015, anno dell'Expo, vogliamo che nelle scuole di ogni ordine e grado si insegni a dare valore al cibo".

Fonte: TMNews – La Repubblica