PAOLO, IL FRUTTIVENDOLO TARTASSATO DALLA TARES E’ L’EMBLEMA DELLA TRISTE POLITICA ITALIANA

PAOLO, IL FRUTTIVENDOLO TARTASSATO DALLA TARES E’ L’EMBLEMA DELLA TRISTE POLITICA ITALIANA
La storia del signor Paolo è di quelle che fanno riflettere. Portato all'attenzione nazionale grazie al web, Paolo è solo uno dei 21.160 fruttivendoli italiani (Fonte: Osservatorio sviluppo Economico – dati aggiornati al 30 giugno 2013) tartassato dalla maggiorazione della Tares (ex Tarsu e Tia) che, in quei comuni che hanno attivato la riscossione dell'imposta entro il 16 dicembre, dovrà essere pagata entro il prossimo 24 gennaio, insieme alla mini-Imu.
Difficile rimanere non allibiti di fronte all'importo indicato sulla cartella esattoriale del signor Paolo: oltre 8.000 euro, contro i 1.200 dell'anno precedente. Per lo Stato Paolo è "colpevole" di possedere un negozio da 160 metri quadrati potenzialmente in grado di generare più rifiuti di un supermercato, di una banca o di semplice autocarrozzeria.
In Italia il reddito medio dichiarato da un titolare di un negozio specializzato in ortofrutta si aggira sui 15 mila euro l'anno, anche questa una cifra che lascia abbastanza allibiti. Ma, corretta o meno, non dovrebbe essere molto difficile comprendere che scelte di politica economica come questa - per di più nello scenario in cui ci muoviamo - rischiano di sfiduciare e portare fuori dal mercato tanti esercizi commerciali fondamentali per la "vita cittadina" e la spesa quotidiana di molte persone, anziani in primis. Esercizi che, non bisogna dimenticarselo, rappresentano uno dei tasselli tangibili più distintivi della nostra storia e della nostra geografia. L'identità italiana, se ci pensate bene, sta anche nel fruttivendolo che oggi, purtroppo, la deriva economica negativa sta piano piano spazzando via dai nostri borghi più belli.
Sulla base di queste considerazioni, e al di là del fatto che con la Tares lo Stato prevede di incassare complessivamente 1 miliardo di euro, una cifra alquanto misera se confrontata alle spese "pazze" del governo, ha senso mettere alle strette un canale strategico che "attira", in media, circa il 20% a volume degli acquisti nazionali di ortofrutta fresca? E' una domanda retorica.

Daniele Bianchi
Deputy Editor

daniele@italiafruit.net

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