BIO, L’OPERAZIONE GREEN WAR PORTA NUOVI SEQUESTRI PER 800 TONS DI SEMI DI SOIA PROVENIENTI DALL’INDIA. AIAB: RAFFORZARE IL CONTROLLO ALLE FRONTIERE

BIO, L’OPERAZIONE GREEN WAR PORTA NUOVI SEQUESTRI PER 800 TONS DI SEMI DI SOIA PROVENIENTI DALL’INDIA. AIAB: RAFFORZARE IL CONTROLLO ALLE FRONTIERE
Nell'ambito dell'operazione denominata "Green War", in corso in tutta Italia da diversi mesi, le Fiamme Gialle di Pesaro e i Funzionari dell'Ispettorato Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali di Roma, a seguito di ulteriori perquisizioni presso aziende operanti nel settore dei prodotti da agricoltura biologica, ubicate a Cremona, Brescia e Pesaro, hanno sequestrato 800 tonnellate di semi di soia proveniente dall'India e 340 tonnellate di panello e olio di colza proveniente dalla Turchia, per un valore di 600.000 euro circa, in quanto prodotto contaminato con "clormequat", pesticida altamente tossico per la salute.
Questo quantitativo da ultimo sequestrato, si aggiunge a quello precedentemente effettuato, consistito in 1.500 tonnellate di mais ucraino e 76 tonnellate di soia indiana (cfr. Italiafruit del 12 aprile 2013). La presenza del "clormequat", con un'alta concentrazione, rende la merce invendibile sia come biologica che come convenzionale. I semi di colza e di soia sequestrati erano destinati ai mangimifici, mentre l'olio di colza doveva essere impiegato nell'alimentazione umana. Le produzioni agricole, falsamente certificate come biologiche, venivano importate dalle suddette aziende per essere successivamente commercializzate nel territorio nazionale e all'estero.
Più in particolare, l'attività di controllo posta in essere dagli investigatori, ha consentito di dimostrare che il meccanismo fraudolento attuato dalle aziende "scorrette" coinvolte nell'associazione a delinquere, da ricondurre a un vero e proprio paradigma nazionale, è consistito nel finanziare società estere compiacenti, al fine di introdurre nel territorio nazionale merce falsamente biologica.
L'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Pesaro, ha permesso finora di sequestrare un totale di 2.640 tonnellate di prodotti falsamente biologici, pari ad 1,2 milioni di euro circa. Sono trenta le persone indagate per associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio, di cui 23 in relazione all'operazione condotta nel decorso mese di aprile e 7 denunziati con quest'ultima.

Il commento di AIAB

"La storia si ripete perché manca ancora, a livello europeo e nazionale, quella sicurezza alle frontiere che garantisca al 100% la certificazione dei prodotti, né è presente un sistema sanzionatorio così severo da scoraggiare questo tipo di frodi, spiega l'AIAB in una nota. Ma la causa di portata maggiore va attribuita alla carenza italiana di colture proteaginose, come la soia, il pisello proteico o il favino, che spinge il nostro Paese, cronicamente deficitario, ad importare dall'estero".
In questo senso, un piano di strutturazione per la produzione di proteine vegetali bio, come AIAB propone già da anni, sarebbe la soluzione migliore per l'agricoltura italiana, in termini sia agronomici che economici.
Alessandro Triantafyllidis, presidente di AIAB, dichiara: "Il fatto che le truffe vengano scoperte vuol dire che i controlli in Italia ci sono ed in tal senso un plauso va alla Guardia di Finanza, che fin dall'indagine ‘Gatto con gli stivali' ha effettuato un lavoro minuzioso di analisi del settore. Ma se tra le persone e le organizzazioni coinvolte ci sono dei recidivi, questi devono essere espulsi definitivamente dal sistema bio e pagare per il danno che arrecano. Il consiglio che possiamo dare ai consumatori - prosegue Triantafyllidis - è quello di acquistare biologico italiano proveniente dalle filiere corte nazionali che garantiscono con certezza la provenienza e la certificazione dei prodotti. In questo momento rappresenta la strada migliore per la sicurezza degli alimenti che consumiamo e per la credibilità del bio".
 
Fonte: AgenParl – AIAB