LIVORNO, LA CRISI CONTINUA A PESARE SULL’ECONOMIA PORTUALE. NEL 2012 FRUTTA IN FORTE CALO

LIVORNO, LA CRISI CONTINUA A PESARE SULL’ECONOMIA PORTUALE. NEL 2012 FRUTTA IN FORTE CALO
Il porto di Livorno ha archiviato il 2012 con 27,418 milioni di tonnellate di merce movimentata e una flessione del 7,6% rispetto al 2011. “È un decremento significativo, ma in linea con quello fatto registrare da porti come Barcellona, La Spezia e Genova, spiega il presidente della Port Authority labronica, Giuliano Gallanti. Naturalmente analizzeremo le cause interne ed esterne di questo calo per mettere in campo adeguate contromisure, alcune delle quali già indicate nel POT 2013/2015”.
Le statistiche del 2012, confrontate con i dati dell’anno precedente, presentano innanzitutto un traffico container in calo del 13,9% (549 mila Teus del 2012 contro i 637 mila Teus del 2011); a pesare sul dato complessivo le prestazioni del Terminal Darsena Toscana (-14,2%; 413 mila Teus) e del terminal CILP (-22,1%; 23 mila Teus).
Facendo riferimento al traffico Ro/Ro, Livorno è tornata ai livelli del 2010. Infatti, dopo la buona performance del 2011 (+8,8%), il porto ha fatto registrare nel 2012 un calo dell’8,3% in termini di mezzi commerciali movimentati. La movimentazione complessiva dei mezzi rotabili è stata di 303.692 unità, di cui quasi 152 mila in sbarco e 151.727 in imbarco. Nonostante la riduzione registrata, le merci su rotabili continuano ad essere la più importante modalità di traffico dello scalo livornese, con un peso percentuale pari al 35,8% sul totale movimentato.
Anche il settore della merce di tipo general cargo o break bulk ha risentito della pesante crisi economica. Con una movimentazione complessiva di oltre 2,1 milioni di tonnellate è stata rilavata una perdita di oltre 500 mila tonnellate rispetto al 2011, pari ad un calo del 20%. Tra le varie categorie merceologiche, i prodotti forestali, che costituiscono il 54% della movimentazione del settore, hanno chiuso l’anno con circa 1,1 milioni di tonnellate (-7,8%). In contrazione anche la frutta (-94%), le auto nuove (-40%), l’impiantistica (-18%) e il rame e metalli (-12%).

Fonte: Ogni Sette