Melannurca Campana Igp, qualità top ma prezzi in calo

Aop Luce raddoppia le superfici: «Calibri inferiori al 2020». Al via anche Kaki stufato e vaniglia

Melannurca Campana Igp, qualità top ma prezzi in calo
Maggiore disponibilità di prodotto e prezzi in calo, rispetto alle ultime campagne, per la Melannurca Campana Igp, su cui Aop Luce investe pesantemente. È iniziata da quasi un mese, nei terreni dell’organizzazione, la raccolta ed il successivo laborioso processo di arrossamento del frutto che, dopo lo stacco dalla pianta, deve maturare per almeno una decina di giorni sul “melaio”, il letto di paglia dove viene adagiata e girata a mano per garantire una colorazione uniforme e favorire il colore rosso intenso. 

“Siamo partiti con la raccolta in ritardo di circa una settimana rispetto al solito”, dichiara Giacomo Galdiero (foto di apertura), amministratore delegato di Aop Luce. “Le lavorazioni procedono regolarmente e, a parte una settimana di pioggia, per il resto il sole ci ha assistito, favorendo l’arrossamento che terminerà, con le ultime mele sul melaio, nella prima decade di novembre”.

“La produzione 2021 - prosegue - si presenta di ottima qualità e abbondante, in linea con il 2018, dopo due annate particolarmente scariche: il 2019 per motivazioni fisiologiche e il 2020 a causa degli sbalzi termici verificatisi tra aprile e giugno, che avevano influito negativamente sulle fasi di allegagione delle mele, determinando in particolare una cascola dei frutticini a giugno e causando una disponibilità di quantitativi di oltre il 30% inferiore alla media”. 


La produzione abbondante ha determinato una partenza della commercializzazione “a prezzi inferiori del 20% circa rispetto a quelli delle ultime due campagne”, puntualizza Galdiero. A influire, è anche la dimensione dei frutti: “La pezzatura principale è quella media (65-75), mentre nel 2020 prevalevano i calibri grandi”.

Quest’anno Aop Luce ha raddoppiato la superficie dedicata all’arrossamento della Melannurca: “Il nostro melaio è passato da 3 a quasi 6 ettari - sottolinea l’Ad - tutti coperti da un impianto costituito da pali in cemento e reti anti-grandine e ombreggianti, per preservare i frutti che altrimenti potrebbero subire danni senza una protezione dal sole autunnale campano ma anche dagli altri agenti atmosferici”. L’Annurca rappresenta ancora una nicchia della produzione di mele italiane, con un quantitativo totale stimato di 50.000 tonnellate, di cui solo il 35% circa certificate a marchio Igp.

La scorsa settimana, in casa Luce, è partita anche la commercializzazione del Kaki stufato e del Vaniglia, varietà tipica del napoletano il cui contenuto zuccherino elevato può generare segni scuri sulla buccia simili ad una “ragnatela”. Per il Rojo Brillante si dovrà invece aspettare ancora qualche settimana. I volumi attesi sono in calo di circa il 20% rispetto al 2020, "principalmente a causa del clima rigido che - precisa l'Aop - ha caratterizzato la fase dell’impollinazione e della gelata di aprile che ha danneggiato le produzioni".

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