Il finocchio risale la china dopo un anno nero

D’Apice (Opoa-Marsia): «Finalmente i consumi sono esplosi. Prezzi da capogiro»

Il finocchio risale la china dopo un anno nero
Era inevitabile. Per i finocchi, prima o poi, la ruota doveva girare. Il comparto italiano sembra aver iniziato finalmente a risalire la china dopo un anno intero di prezzi molto bassi. E a segnare l’inizio della svolta è stato il ritorno dalle ferie estive della popolazione italiana, che ha determinato un aumento importante dei consumi.

“Dal 15 agosto in poi, le quotazioni del prodotto sono cominciate a salire fino a raggiungere, in questi ultimi giorni, valori da capogiro”, fa sapere a Italiafruit News Luigi D’Apice, presidente dell’Op Opoa-Marsia che opera nel bacino del Fucino, in Abruzzo. 



“L’apertura delle scuole ed in generale il ritorno alla vita normale stanno favorendo la domanda. I flussi di vendita sono elevati. Mentre in campagna, le rese produttive sono basse per via delle alte temperature estive, che hanno generato perdite di prodotto. Ora non ci è quindi possibile soddisfare tutte le richieste che ci arrivano dal mercato nazionale”. 

Il mercato del finocchio veniva da un anno di “prezzi ridicoli”, come precisa D’Apice: “A partire da ottobre 2020 non c’è mai stato un mese buono di campagna”. Ora però la situazione commerciale è diventata ottima: “Nei Mercati generali italiani, i prezzi all’ingrosso stanno oscillando tra 1,3 e 1,5 euro il chilo. Si tratta di valori stratosferici. Speriamo che tali quotazioni possano mantenersi anche nelle settimane di ottobre e novembre, in modo da poter raddrizzare i risultati negativi di giugno e luglio”.

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