«La crisi di meloni e angurie? Mancano dialogo e visione»

Battelli: nell'Oi era stato fatto un gran lavoro, pochi ci hanno creduto. Da soli non si va lontano

«La crisi di meloni e angurie? Mancano dialogo e visione»
Continua a far discutere l'estate nera di meloni e angurie: dopo le perentorie affermazioni di Bruno Francescon e l'analisi affidata all'editoriale del giorno successivo, l'ex presidente dell'organismo interprofessionale Ortofrutta Italia Nazario Battelli ravviva il dibattito parlando senza peli sulla lingua di ciò che, a suo dire, non funziona a livello di filiera.

"Dopo le mie dimissioni del 4 gennaio da presidente dell’Oi per le ragioni politiche che si stanno, purtroppo, tutte puntualmente confermando, l’attività si è fermata completamente e stiamo ancora aspettando l’elezione di un nuovo presidente e degli altri organi interni, compresi i Comitati di prodotto", scrive in un post su LinkedIn.  



"La situazione della campagna estiva che Francescon commenta è frutto della mancanza di dialogo anche dentro quella filiera, del rifiuto a intavolare accordi interprofessionali e alla mancanza di visione per un progetto del melone italiano di qualità in un arco stagionale più lungo", incalza Battelli. "Darsi una strategia collettiva e di prospettiva è impegnativo e faticosissimo ma tocca a chi opera in questo comparto". Poi, l'affondo: "L’opportunità era stata data a costo zero ma, dopo l’iniziale entusiasmo, non è stato sufficiente".

Raggiunto da Italiafruit, Battelli si spinge oltre: "Il Comitato Melone aveva nominato un validissimo Coordinatore nella persona di Ettore Cagna e, per la prima volta in Italia, si era messa in una stanza la quasi totalità della filiera di quel prodotto con la presentazione di un progetto di valorizzazione puntando su ben otto mesi di commercializzazione; si erano approcciate, prodotte e deliberate bozze di accordi interprofessionali di miglioramento qualitativo mentre Ismea aveva messo a disposizione analisi di mercato mirate per il Comitato stesso. Inoltre - aggiunge Battelli - erano stati elaborati studi di fattibilità per azioni promozionali di filiera e, anche per il melone, era stata progettata - ed in parte eseguita - la campagna di comunicazione relativa alla descrizione delle diverse tipologie di prodotto e all’enfasi dell’origine italiana".



"Cose che servirebbero al comparto - chiosa Battelli - ma che nessuno ha mai voluto perseguire. Col senno di poi - va giù duro - sarebbe stato meglio fatturare tutto questo impegno non ripagato… Forse qualcuno avrebbe capito in anticipo che, in un comparto a semina annuale, da soli non sempre si va lontano…".

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