Distretti, l'ortofrutta fa da traino

Bene l'export dalla Romagna, su anche Piemonte e Trentino: i dati

Distretti, l'ortofrutta fa da traino
Prosegue anche nel primo trimestre del 2021 il trend di crescita che ha caratterizzato l’export distrettuale agro-alimentare nel 2020. Ed è soprattutto la filiera dei distretti agricoli - come recita il report di Intesa San Paolo - a registrare una notevole accelerazione, con un +19,2% che segue il +6,2% dell'anno precedente. "Maglia rosa" l'ortofrutta: quella romagnola mette a segno un roboante +23,4$ (187 milioni di euro) che rappresenta una riscossa dopo un 2019 difficile, funestato dalla cimice asiatica, e una primavera 2020 segnata da gelate e siccità. Incrementi a due cifre anche per le mele del Trentino (+44,3%, 161 milioni di euro) e la nocciola e frutta piemontese (+25,8%, 122 milioni di euro). A seguire, in termini di valore, l'ortofrutta dell'Agro Pontino (85 milioni di euro).



L'export di ortofrutta del barese nel primo trimestre ha toccato i 53 milioni di euro, un milione di euro in meno del Distretto dell'ortofrutta e delle conserve del foggiano e dell'Ortofrutta di Catania; a quota 44 milioni il pomodoro di Pachino, poco sotto con 40 milioni di euro le mele del Trentino.  



"Distretti e filiere  - il commento di Renzo Simonato, responsabile direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo - sono gli elementi distintivi che determinano il successo delle produzioni italiane. Ci sono oltre 50 distretti agro-alimentari, ovvero zone geografiche specializzate nella coltivazione e nella trasformazione di prodotti agricoli e alimentari, caratterizzati da una buona propensione all’export".

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