OPI, quando la tecnologia aiuta a decidere

Dal sensore alla scelta. Ecco come funziona la soluzione di Evja

OPI, quando la tecnologia aiuta a decidere
Installi i sensori in campo e questi iniziano a trasmettere dati. Tanti dati. Valori che bisogna saper leggere e interpretare per poter analizzare cosa sta succedendo alla coltura e soprattutto cosa succederà: OPI, il primo sistema di intelligenza agro-climatica sviluppato da Evja, serve proprio a questo.

"E' un sistema di supporto decisionale, non si sostituisce al tecnico o al produttore, ma fornisce un aiuto nella gestione agronomica dell'azienda - spiega a Italiafruit News Davide Parisi, Ceo e co-founder di Evja - Lavoriamo su tutti gli ambiente di coltivazione, dal pieno campo alla serra fredda, fino alle più moderne serre tecnologiche. Amiamo intervenire sui processi di gestione della coltura, il cosiddetto crop management. Forniamo analisi dei dati agroclimatici essenziali per definire le operazioni agronomiche, non suggeriamo prodotti, non compiliamo quaderni di campagna, ma interveniamo sul processo agricolo delle colture con strumenti di gestione delle tempistiche: per esempio come, quando e quanta acqua dobbiamo fornire".



OPI pianifica gli interventi grazie ai modelli predittivi che si basano sui dati raccolti dai più avanzati sensori wireless per l'agricoltura: umidità e temperatura dell'aria, bagnatura della foglia, radiazione solare, CO2, umidità, elettroconducibilità e contenuto idrico del suolo. Così è possibile ottimizzare l'irrigazione, ma anche l'impiego di fertilizzanti e fitosanitari, minimizzando l'impatto ambientale. "La sostenibilità è un dovere per le aziende oltre che un diritto per i consumatori", rimarca Parisi.



La soluzione di Evja fa della modellistica il suo cuore. "OPI è stato messo a punto in campo e può essere cucito su misura: è un asset tecnologico che può essere riadattato alle esigenze dei singoli clienti, questo è uno dei suoi punti di forza - aggiunge il fondatore della società - Il sensore ci restituisce un dato, ma questo va interpretato e bisogna capire cosa farci. Con il boom della digitalizzazione ci siamo trovati grandi contenitori di dati provenienti da stazioni meteo e sensori sparsi nei campi, ma poi nessuno li utilizzava all'interno del processo agricolo. Noi rielaboriamo i dati dei sensori e li inseriamo nei processi aziendali. Si decidono gli obiettivi, ad esempio migliorare la gestione irrigua o la residualità dei prodotti, e tutto viene strutturato di conseguenza".



I sensori sono installati vicino alla pianta in modo da valutare il microclima a cui è soggetta, avere un bilancio idrico puntuale e monitorarne lo stato, ad esempio sapere se ha gli stomi aperti ci può suggerire che è pronta per ricevere un trattamento. E tutti i dati sono fruibili attraverso una piattaforma digitale intuitiva che può essere consultata in ogni momento sul cellulare. “Sapendo cosa è accaduto alle piante attraverso i grafici e lo storico dei dati, OPI suggerisce in anticipo quando le colture sono predisposte ad assorbire i nutrienti – conclude Davide Parisi – Così è possibile decidere in anticipo i migliori interventi e coordinare gli operatori per una gestione ottimale, con una riduzione degli sprechi e incremento delle rese”.

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