Pomodori e legumi, allarme barattoli e lattine

Pomodori e legumi, allarme barattoli e lattine
Il Corriere della Sera, nell'edizione di ieri, ha pubblicato un servizio in cui metteva in luce "l'allarme latta". Per barattoli e lattine, classiche confezioni per pomodori e legumi, manca la materia prima. O meglio, sembrerebbe non essercene a sufficienza per soddisfare tutta la domanda.

Il motivo? Tutto perché, a causa del Covid, spiega il Corsera, le acciaierie nei mesi scorsi hanno abbattuto la produzione per il crollo della domanda automobilistica. Al contrario, invece, e sempre durante il periodo Covid, è balzata la domanda di prodotti alimentari conservati in barattoli. Che adesso non si trovano più: a fronte delle 100 mila tonnellate di banda stagnata prodotte nello stabilimento ex-Ilva di Genova, il fabbisogno nazionale è di 800 mila tonnellate. Insomma, l’abbattimento della produzione di acciaio decisa durante il Covid a causa della crisi dell’automotive sta avendo conseguenze su tutto ciò che viene conservato in latta.

E l’Italia è tra i primi produttori di conserve di pomodoro al mondo (5 milioni di tonnellate all’anno). "Per quanto riguarda il settore delle conserve, abbiamo un consumo di scatole importante, perché l’acciaio rappresenta da sempre il principale packaging sia per i legumi che per il pomodoro — spiega al Corriere della Sera Giovanni De Angelis, direttore di Anicav, l’Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali—. Oltre i due terzi del nostro prodotto viene confezionato in scatole di acciaio, ciò che con un francesismo napoletano chiamiamo buatta".



I problemi di approvvigionamento di scatole sta creando preoccupazioni per la raccolta dei pomodori, che rischiano di rimanere nei campi. Lo spiega ancora De Angelis al Corsera: "Stiamo monitorando il fenomeno. L’organizzazione della produzione delle scatole viene pianificata in anticipo, fino ad arrivare alla campagna di trasformazione, che per il pomodoro, diversamente dai legumi, è guidata dal processo di maturazione del prodotto, che non può andare oltre le 12-24 ore da quando viene raccolto. C’è dunque un’attività in parallelo che nei mesi tra agosto e settembre, in particolare, deve essere coordinata e programmata".

Fonte: Corriere della Sera