Ciliegie, a Padova salta la raccolta delle varietà precoci

Ciliegie, a Padova salta la raccolta delle varietà precoci
Quest’anno nel territorio di Montagnana (Padova) salta la raccolta delle ciliegie precoci. Le gelate del 7 e 8 aprile, con punte di -6 sottozero, hanno causato infatti danni consistenti alla produzione. Sugli alberi le ciliegie sono pochissime e perciò gli agricoltori hanno deciso di non raccoglierle.

“Avremmo dovuto cominciare la raccolta il 20 maggio – spiega Adriano Favazza, presidente del settore ortofrutta di Confagricoltura Padova e cerasicoltore a Montagnana - Sulle piante però c’è poco o niente: il gelo ha fatto cadere tutti i fiori delle varietà precoci come Kordia e Burlat. Impiegare tempo per raccogliere sei o sette ciliegie per albero non ha senso, perciò rinunciamo. È avvilente perché l’anno scorso, in questo periodo, avevamo gli alberi carichi di frutti e avevamo anche spuntato un buon prezzo. Invece restiamo a bocca asciutta. Meglio va con le qualità tardive, come le ciliegie Ferrovia, che essendo in una fase di sviluppo più arretrata hanno subito meno il gelo e sono anche di ottimo calibro. Si è salvato il 40-50 per cento della produzione e ai primi di giugno cominceremo con la raccolta. Nel complesso, comunque, calcolando precoci e tardive le perdite saranno nell’ordine del 70 per cento. Speriamo che almeno, con la produzione dimezzata in tutto il Nord, i prezzi siano più soddisfacenti”.


La gelata di aprile

Chi aveva gli impianti antibrina accesi ha ridotto i danni, ma nel Padovano pochissimi li hanno. “In questo periodo c’è poca disponibilità di acqua – spiega Giovanni Dovigo, segretario di zona di Confagricoltura a Montagnana - In Trentino, ad esempio, hanno i bacini di contenimento e di conseguenza non hanno carenze idriche. Da noi la situazione è diversa e bisognerebbe, perlomeno, che venissero disposti stanziamenti del 70-75 per cento per coprire i costi dell’impianto. Dispiace che la produzione di ciliegie quest’anno sia quasi azzerata. E anche con gli altri frutteti non c’è da sorridere: di pesche, albicocche, pere, kiwi e susine è rimasto poco o nulla sugli alberi. Si sono salvate le mele: si stima che un buon 50 per cento di produzione si sia salvato”.

Secondo i dati di Veneto Agricoltura, in Veneto la superficie in produzione dei ciliegi è in calo e si attesta a 2.014 ettari (dato 2020), con un -3,9 per cento rispetto al 2019. Il 77 per cento dei ciliegeti si concentra in provincia di Verona, con 1.549 ettari (-4,4 per cento rispetto al 2019). Seguono le province di Vicenza, Treviso e Padova.

In apertura una foto di fiori di ciliegio bruciati dal freddo.

Fonte: Confagricoltura Padova