Ridurre l’impatto della plastica senza eliminarla

Ridurre l’impatto della plastica senza eliminarla
Si è concluso il progetto “Ricircola”, nato da un’idea del Centro Interdipartimentale di Ricerca Industriale Fonti Rinnovabili Ambiente, Mare ed Energia (Ciri Frame) dell’Alma Mater Studiorum–Università di Bologna, al fine di migliorare la gestione delle vaschette alimentari in plastica a fine-vita, tramite l’integrazione e la responsabilizzazione di tutti gli attori della filiera e soprattutto con il coinvolgimento diretto del consumatore. In particolare, le vaschette in rPet, con contenuto minimo di riciclato totale dell’80%, prodotte da Ilip per alcuni prodotti selezionati Amadori e Apofruit sono state integrate di sensori Rfid. Tale tecnologia ha consentito di tracciare le vaschette lungo la catena distributiva in 3 punti vendita Conad della Romagna e nel processo di logistica inversa che ha visto coinvolto il consumatore e la collaborazione di Hera per il trasporto delle vaschette direttamente all’impianto di riciclo, di proprietà del produttore di vaschette, dando loro una seconda vita.

Un esempio di filiera regionale all’avanguardia e sostenibile, interamente sviluppata sul territorio Emiliano-Romagnolo, che ha visto anche la sponsorizzazione di Bper Banca, la cui Direzione Regionale Romagna e Marche ha identificato nell’iniziativa un giusto approccio per mettere in pratica azioni di economia circolare sostenibilità ambientale. 
 
La risposta dei consumatori che hanno aderito al progetto, riconsegnando le vaschette al punto vendita dopo il consumo del prodotto e ricevendo uno sconto di 1€ per ogni 5 vaschette restituite, è stata tutt’altro che scontata. Infatti, solo il 7% dei partecipanti che hanno risposto al questionario “Ricircola”, ha affermato di aver preso parte all’iniziativa per motivazioni legate al rimborso economico, mentre per i restanti la scelta è stata guidata dal prodotto stesso (67%) e dalla volontà di aiutare l’ambiente (26%). Ben l’86% degli intervistati ha dichiarato inoltre che avrebbe riconsegnato le vaschette anche per meno denaro o gratis, evidenziando un’attenzione e una sensibilità sempre maggiore alla sostenibilità ambientale da parte dei cittadini. 
 
Con un approccio innovativo e scientifico, l’Università di Bologna si è occupata di quantificare la sostenibilità ambientale del progetto tramite la valutazione di alcuni indicatori. Da questi ultimi è possibile ottenere un confronto numerico rispetto all’attuale gestione delle vaschette alimentari in plastica e anche con packaging realizzati in diverso materiale, al fine di valutarne gli effettivi impatti sull’ambiente. Valutando il contenuto di riciclato, la quota riciclabile, le modalità di gestione del rifiuto e la longevità della plastica riciclata, si è potuta determinare la circolarità delle vaschette “Ricircola”. Per esempio, rispetto all’attuale gestione della plastica, il modello proposto da “Ricircola” consente di aumentare l’efficienza di recupero della plastica del +120%, grazie alle modalità di raccolta e separazione del rifiuto, che consentono di avere un flusso di materiale post-consumo senza contaminanti (es. poliaccoppiati e/o altri materiali), facilitando il riciclo e le sue prestazioni. 
 
Secondo Augusto Bianchini, Professore Associato dell’Alma Mater Studiorum-Università di Bologna e referente scientifico del progetto, “la proiezione dei risultati ottenuti considerando una durata dell’iniziativa di un anno (la sperimentazione è durata 2 mesi, ndr),dimostrano come sia possibile ridurre gli impatti dell’attuale gestione della plastica a fine-vita senza privarsi dei benefici insostituibili di questo materiale, soprattutto nelle applicazioni come packaging alimentare”. Infatti, il prolungamento del progetto su12 mesi potrebbe determinare un aumento del +126% della plastica riciclata, una riduzione del -57% del rifiuto inviato in discarica e la sostituzione del 36% di plastica vergine con plastica secondaria.

Fonte: Ufficio stampa Ilip e Apofruit