Piano Ue, una spinta al bio: «Ora l'Italia si adegui»

Più superfici e consumi: punti salienti e commenti di Federbio, Anabio, Aci, Ccpb, Copa Cogeca

Piano Ue, una spinta al bio: «Ora l'Italia si adegui»
Piace alle organizzazioni italiane di settore il piano d’azione per l’agricoltura biologica che l'Unione Europea ha presentato ieri. Prevede, in sintesi, campagne di promozione e appalti verdi per le mense nell'ottica di stimolare la domanda, ecoincentivi Pac per aumentare superfici e produzione, ricerca e innovazione per sostenere la diversità genetica. Il piano 2021-27 contempla tre assi e 23 iniziative non legislative con cui la Commissione vuole sostenere il bio; Bruxelles intende riservare una parte dei fondi per le produzioni biologiche (circa il 30%) sia nei programmi di promozione Ue sia per i finanziamenti per la ricerca agricola.



L'Esecutivo propone poi di integrare i prodotti bio nei criteri minimi obbligatori per gli appalti pubblici sostenibili e suggerisce ai Paesi di utilizzare la leva fiscale, come la riduzione dell'Iva sull'ortofrutta, per incentivarne lo sviluppo. Il piano Ue ha lo scopo di contribuire a raggiungere l'obiettivo del Green Deal il cui target è arrivare al 25% delle superfici agricole dell'Unione a bio entro il 2030 contro l'8,5% attuale.

"Accogliamo con favore il piano d’azione, contiene a nostro avviso misure volte a incentivare e favorire non soltanto la conversione al biologico attraverso l’aumento delle superfici coltivate, bensì una serie di misure finalizzate a far crescere la domanda di prodotti green”, il commento di Francesco Torriani, coordinatore del settore biologico di Alleanza cooperative italiane.

"Tra le misure che salutiamo con più favore – dichiara Torriani – c’è sicuramente il sostegno alla creazione di filiere biologiche attraverso la costituzione di Organizzazioni di produttori del biologico”.

L’Alleanza sottolinea al contempo come la Commissione dovrebbe avviare preliminarmente “uno studio di impatto specifico che vada a stimare gli effetti per la produzione di cibo con l’aumentare delle superfici investite a biologico”. In particolare, conclude Torriani, “l’obiettivo di aumentare le superfici condotte con metodo biologico di per sé non è sufficiente a favorire la crescita del mercato biologico e dovrebbe essere preventivamente supportato da una valutazione del reale e potenziale sviluppo ed equilibrio di questo mercato e quindi dei prezzi che potranno essere riconosciuti dai consumatori”. “Adesso – conclude Torriani - ci aspettiamo che il piano strategico nazionale per l’attuazione della nuova Pac sia allineato a quanto previsto dal piano di azione europeo per l’agricoltura biologica”.


In linea con Ifoam Organic Europe, la Federazione delle associazioni del biologico a livello europeo, FederBio esprime soddisfazione: "Il Piano supporta, con iniziative concrete, gli obiettivi del Green Deal europeo e delle strategie Farm to Fork e Biodiversità, che puntano a triplicare le superfici agricole coltivate a biologico e a ridurre l’uso dei pesticidi e degli antibiotici del 50% entro il 2030".

Federbio sottolinea che "si prevedono investimenti per stimolare il consumo di alimenti biologici  nell'ambito delle politiche di promozione, a partire da uno stanziamento di 49 milioni di euro per il 2021 e l'istituzione di appalti pubblici green, che prevedano l’integrazione dei prodotti biologici nei criteri minimi obbligatori per gli appalti sostenibili".

Tra i punti chiave del Piano d’azione la federazione rileva la destinazione per il biologico del 30% dei fondi previsti nel campo dell'agricoltura, della silvicoltura e della valorizzazione delle zone rurali da Horizon Europe 2021-2027, il programma europeo per il finanziamento di progetti di ricerca e innovazione: "Fondamentale anche la realizzazione di uno studio approfondito sul prezzo reale del cibo per impostare una fiscalità per le produzioni biologiche che compensi le esternalità positive per l’ambiente e la società".

Significativa, inoltre - per Federbio - l’istituzione della “Giornata del biologico” da tenersi ogni anno nell’Unione Europea, la promozione dei distretti biologici e il collegamento con la nuova Pac, affinché il Piano d’azione venga attuato dagli Stati Membri attraverso i Piani Strategici Nazionali, con misure per sostenere la conversione e il mantenimento del biologico e con l’indicazione degli obiettivi specifici per ogni Stato.

"Adesso - commenta Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio - è arrivato il momento dell’impegno a livello nazionale e dei territori affinché gli obiettivi del Piano d’azione europeo per il biologico siano inseriti nel Piano Strategico Nazionale della Pac dotandosi anche dei servizi di supporto e consulenza agricola, necessari per sostenere gli agricoltori nella conversione al bio".


Un appello condiviso da Anabio Cia che chiede al Governo italiano di "aggiornare al più presto la strategia nazionale sul biologico per essere all’altezza del Green Deal Ue e tutelare la leadership del settore Made in Italy nel mondo". 

L’approccio che emerge dal nuovo documento di Bruxelles, sottolinea Anabio-Cia, implica una conversione su larga scala dell'agricoltura convenzionale alla produzione bio che "non può essere raggiunta seguendo i vecchi schemi organizzativi e produttivi". L’obiettivo del 25% di terreni agricoli coltivati con metodo bio entro il 2030 richiede, infatti, secondo Anabio-Cia, una revisione pragmatica anche delle azioni previste dall’Italia e a rafforzamento dei risultati già raggiunti come i 2 milioni di ettari coltivati a biologico con un valore della produzione pari a 6,3 miliardi di euro.

Più in generale, aggiunge poi Anabio-Cia, il piano italiano dovrà quanto prima rivedere e integrare gli indicatori quantitativi, avere target più ambiziosi e scadenze chiare. La Commissione Ue spinge su una maggiore accessibilità dei prodotti bio, stimolando la domanda e lavorando sulla fiducia dei cittadini, su un nuovo impulso da dare alla catena del valore e sul riposizionamento del settore nella transizione green. Agli Stati membri e, quindi, anche all’Italia, il compito di spiegare come intendano contribuire al processo, fissando un valore nazionale per la quota di superficie bio nel 2030. La Commissione seguirà con monitoraggio e revisione a medio termine.

Ccpb, per bocca dell'Ad Fabrizio Piva, auspica un sempre maggiore sviluppo della riconoscibilità del prodotto e dei mercati di riferimento anche per favorire l'export extra Ue in un'ottica di equivalenza nei rapporti e trade agreement. 

Lone Andersen, presidente del gruppo di lavoro “Agricoltura biologica” del Copa-Cogeca afferma infine che "sebbene l’obiettivo del 25% sia molto ambizioso e debba essere raggiunto in meno di nove anni, il Copa e la Cogeca auspicano di istituire una stretta collaborazione con la Commissione, il Consiglio e il Parlamento europeo, nonché con tutti i portatori di interesse nel settore, per garantire di avvicinarci il più possibile a questo obiettivo evitando turbative di mercato. In tal senso, accolgo con favore l’estensione dell’analisi degli osservatori di mercato dell’Ue ai prodotti biologici”.

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