Governo nuovo, Dpcm vecchio

Continuano le limitazioni per l'Horeca. E l'ortofrutta soffre

Governo nuovo, Dpcm vecchio
Il Governo Draghi è accompagnato da grandi aspettative e, anche se non mancano i segnali di discontinuità rispetto al passato (le nomine nei ministeri chiave, l'avvicendamento del commissario straordinario per l'emergenza Covid) il Dpcm firmato martedì e in vigore da sabato prossimo fino a dopo Pasqua - primo atto ufficiale della nuova "compagine" - non segna esattamente una svolta nelle misure per arginare la pandemia: Italia suddivisa in fasce colorate, stop a ristoranti e pubblici esercizi nelle aree rosse e arancioni con aperture solo fino alle 18 in quelle bianche e gialle, pur a fronte della possibilità di effettuare delivery e take away.



Nessuna particolare limitazione, in tutta Italia, agli alimentari e alle altre attività ritenute essenziali (quelle consentite sono le stesse dei precedenti provvedimenti), niente da fare invece per palestre e piscine, impianti sciistici e sale giochi mentre convegni, congressi, eventi di formazione si possono svolgere solo in modalità a distanza. 

La primavera, stagione di rinnovata convivialità e di turismo, si apre così con il freno a mano tirato: niente spostamenti tra regioni almeno fino al 27 marzo. E mentre c'è chi già prefigura scenari da "rosso", molti ipotizzano per le festività pasquali un'Italia (almeno) tutta arancione: tenendo conto che il periodo è dominato da referenze a ridotta shelf-life come fragole e asparagi, sarebbe una mezza catastrofe sia per i consumi domestici sia, appunto, per l'Horeca, che esprime una domanda importante di ortofrutta e che probabilmente sarà frenata. Tutte da verificare, poi, le conseguenze sull'export nel caso di lockdown duraturi anche Oltralpe.


La presentazione del Dpcm in vigore da sabato: durerà un mese

Le ripercussioni sul settore ortofrutticolo sono inevitabili. I dati parlano chiaro: il segmento rappresentato da hotel, ristoranti, catering, come ha evidenziato il Monitor Ortofrutta presentato in occasione dell'ultima edizione di Think Fresh, esprime un valore stimato tra il 14-18% dei consumi di frutta e verduraSempre il Monitor Ortofrutta, nel periodo marzo-settembre 2020, ha rilevato un calo del 25%, nel canale Horeca per i 16 prodotti ortofrutticoli più importanti. Stando a Ismea, lo scorso anno, il fuori casa - comprendendo tutte le voci dell'agroalimentare - ha perso il 42% rispetto al 2019, con un deficit di circa 35 miliardi di euro. 

Un problema per tutti: oltre al peso economico, il "fuori casa" assume infatti un ruolo determinante per alleggerire la pressione sul canale retail che in queste settimana inizia ad avvertire i contraccolpi del confronto con i primi, straordinari mesi, dello scorso anno.   



Alcuni prodotti ortofrutticoli - ricorda sempre Ismea nel suo report annuale -  hanno sofferto più di altri nel corso dell’anno: tra questi il melone e la fragola che sono alla base di numerose preparazioni della ristorazione, ma anche il lime e l'ananas.

In attesa che il vaccino porti la sospirata immunità di gregge, che purtroppo non sembra essere dietro l'angolo, è insomma proprio il canale dell'Horeca - e tutta la filiera collegata, dalla produzione all'ingrosso - a incassare i colpi più duri e a vacillare. E guarda avanti con timore anche la  IV gamma, che continua a pagare dazio a chiusure di locali e smart working.

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