Come l’export spagnolo influenza l’Italia

I dati da giugno a novembre: spicca la crescita del prezzo medio

Come l’export spagnolo influenza l’Italia
La sua autorevole firma l’avrete già notata su Italiafruit News. Nelle ultime settimane abbiamo ospitato alcuni contributi di Paco Borras (ex direttore commerciale del Gruppo Anecoop e attuale presidente del Comitato Export di Freshfel), ma da oggi la collaborazione diventa ufficiale: per tutto il 2021 i lettori di Italiafruit News avranno la possibilità di leggere le sue puntuali analisi. Un occhio spagnolo rivolto però all’Italia, per capire meglio il mercato dell’ortofrutta in Europa.
Paco è un amico di lunga data, con lui ho condiviso alcune stimolanti esperienze professionali. In particolare ricordo quando – ai tempi di Anecoop – mi ha voluto in Spagna per un tour tra i produttori iberici associati al grande gruppo cooperativo. Un italiano in terra spagnola era visto con un po’ di scetticismo, ma Paco era determinato a far conoscere nuove esperienze e visioni che potessero far crescere il sistema ortofrutticolo spagnolo. E il tempo gli ha dato ragione.
Ma non mi dilungo oltre con i ricordi, mi servirebbe un libro per raccontare di Paco, dei suoi successi e delle esperienze vissute insieme. Buona lettura e grazie a Paco per aver accettato l’invito di Italiafruit News.

Roberto Della Casa
 
 
Le esportazioni spagnole di frutta e verdura fresca nell'ultimo decennio sono cresciute moderatamente da 11 a 13,5 milioni di tonnellate. In questo periodo i quantitativi destinati all'Italia sono stati compresi tra le 730.000 e le 870.000 tonnellate, a seconda delle campagne.
Numeri che classificano l'Italia come il quinto Paese dopo Germania, Francia, Regno Unito e Paesi Bassi, rappresentando circa il 6% delle esportazioni spagnole.
 

Esportazioni di ortaggi spagnoli, da giugno a novembre

Fonte: tutti i dati che citeremo sono estratti da Datacomex, il database del Ministero del Commercio spagnolo per le esportazioni.
 
Nella tabella seguente vediamo come si sono evolute le esportazioni di ortaggi spagnoli negli ultimi 3 anni, con un raggruppamento in cui:
. Gli ortaggi classici includono patate, cipolle, aglio e carote
. Gli ortaggi da serra sono pomodori, peperoni, cetrioli, zucchine, melanzane e fagioli
. Gli ortaggi da campo aperto sono lattuga, broccoli e cavolo cappuccio, sedano, asparagi, carciofi, ecc.
 

Esportazioni di ortaggi spagnoli freschi da giugno a novembre
Le categorie analizzate nel grafico (da sx) sono: ortaggi classici, ortaggi da serra,
ortaggi da campo aperto e totale ortaggi
 
Si può notare come ci sia stata una crescita, che ha significato il 3,68% di tonnellate in più rispetto al 2019 e il 10,97% in più rispetto al 2018. 
Maggiore è stata la crescita in valore, considerato che rispetto al 2019 è aumentata del 6,53% e rispetto al 2018 del 14,78%.
In sintesi, possiamo affermare che i prezzi medi delle esportazioni spagnole sono leggermente aumentati negli ultimi tre anni.

 
Esportazioni di verdure spagnole in Italia, da giugno a novembre

Le esportazioni spagnole di ortaggi verso l'Italia sono circa 400.000 tonnellate, ma il 75% delle esportazioni avviene nel semestre che va da dicembre a maggio, quindi i dati che andremo ad analizzare (Importazioni italiane di ortaggi spagnoli da giugno a novembre) corrispondono al 25% del volume totale. Vediamo la tabella.
 

Importazioni italiane di ortaggi spagnoli da giugno a novembre
Le categorie analizzate nel grafico (da sx) sono: lattuga, peperoni, aglio e cipolla,
melanzane, pomodori, zucchine, altri ortaggi e totale ortaggi
 
In generale si nota una crescita delle campagne analizzate, che ha significato un aumento del 14,17% in volume rispetto al 2019 e un aumento del 30,19% rispetto al 2018. 
In termini di valore economico la crescita è stata del 16,98% rispetto al 2019 e del 24,32% rispetto al 2018, quindi in termini di rapporto euro/chilogrammo i prezzi sono stati abbastanza stabili rispetto allo scorso anno, in lieve calo rispetto al 2018.
 
Per quanto riguarda i volumi dei diversi prodotti, vediamo come lattuga, peperoni, melanzane e il resto degli ortaggi siano in netta crescita, mentre aglio/cipolla e le zucchine si sono stabilizzate e i pomodori sono in netto calo.
 

Esportazioni di frutta spagnola da giugno a novembre

La categoria che abbiamo considerato per questo periodo è composta da agrumi, drupacee, angurie e meloni, uva, pere e mele e altri frutti. Nella tabella vediamo un'analisi dei tre anni (2018, 2019 e 2020).
 

Esportazioni di frutta fresca spagnola da giugno a novembre
Le categorie analizzate nel grafico (da sx) sono: agrumi, meloni e angurie,
drupacee, uva, mele e pere, altri frutti e totale frutta

 
Complessivamente c'è stata una diminuzione delle quantità in tonnellate del 10,21% rispetto al 2019 e praticamente lo stesso volume rispetto al 2018 (+0,23%). Tuttavia, il valore economico delle esportazioni nel 2020 è stato il più alto dei tre anni, dal momento in cui è cresciuto del 4,83% rispetto al 2019 e di un 12,23% rispetto al 2018.
Indubbiamente l'effetto post-Covid è stato molto marcato soprattutto negli agrumi e soprattutto tenendo conto del disastro della campagna 2018.
 
Per quanto riguarda l'evoluzione delle diverse categorie vediamo come - ad eccezione dell'uva e della categoria ‘altri frutti’ - la maggior parte dei prodotti abbia avuto un comportamento a picchi più o meno alti, come mostra il grafico.
 

Esportazioni di frutta spagnola in Italia, da giugno a novembre

Le esportazioni annuali di frutta spagnola in Italia sono comprese tra 420.000 e 580.000 tonnellate. All'interno di questi volumi, la distribuzione negli ultimi anni è abbastanza stabile, con gli agrumi che rappresentano il 50%, le drupacee intorno al 22%, mentre la somma di bacche e cachi rappresenta circa il 12%.
 
Nel semestre che commentiamo in questo articolo, per tutto il periodo si mantiene la quota del 75% tra agrumi e drupacee e si trovano anche pere, meloni / angurie e cachi.
Il grafico mostra un andamento simile a quello dell'export spagnolo nel suo complesso.
 

Importazioni italiane di frutta spagnola da giugno a novembre
Le categorie analizzate nel grafico (da sx) sono: agrumi, drupacee, cachi, pere e mele,
angurie e meloni, altri frutti e totale frutta
 
In sintesi, i volumi in tonnellate della frutta sono diminuiti del 17,51% rispetto al 2019, anche se in valore la diminuzione è stata solo del 6,36%, il che indica un prezzo al chilogrammo più alto. 
Rispetto al 2018, c'è stata una crescita in tonnellate del 10,89% e in valore leggermente superiore ovvero del 20,49%, numeri che riflettono il triste periodo che abbiamo sofferto in quel semestre del 2018.
 
Per l'Italia, la Spagna rappresenta il primo fornitore di importazioni ortofrutticole, e la complementarità dell'offerta delle due origini (italiana e spagnola) consente di mantenere una buona offerta di frutta e verdura fresca per il consumatore italiano, che si ripercuote anche sulla salute. Entrambe le provenienze rappresentano dei prodotti "europei" ed i due Paesi sono interessati a mantenere per i propri cittadini un consumo di prodotti locali dell'Unione europea.


Paco Borras
 

L’italia nel mirino dell’export spagnolo

L'Italia è stata sempre importante per la Spagna, già da più di quattro decenni, quando facemmo una campagna di albicocche e nespole con approdo ad Albenga in Liguria. Poi abbiamo imparato a conoscere l'Italia, gli ortomercati di Torino, Milano, Bergamo e Padova al nord e Bologna nell'Emilia Romagna, per poi passare direttamente alla conoscenza della Distribuzione Italiana. Oggi l'Italia rappresenta un partner vivo e costante durante tutto l'anno, e la Spagna si conforma alle richieste del consumatore italiano.

 Prezzi, Italia vs Germania e Gran Bretagna

I prezzi sono giusti quando le dinamiche interne sono comprensibili. Le caratteristiche del mercato italiano sono molto simili a quelle di altri Paesi europei quando il lavoro è diretto alla Distribuzione o quando quest'ultima rappresenta la destinazione finale. Rimane l'attività che si sviluppa attraverso gli ortomercati, che è ancora più importante rispetto a molti Paesi europei, e che permette di lavorare con criteri più semplici.

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