Coltivare pomodori, cetrioli e peperoni nel bel mezzo al deserto è una missione possibile grazie alle possibilità offerte dalla tecnologia. L'azienda olandese Debets Schalke, specializzata nella costruzione di serre ipertecnologiche in vetro, ne sta infatti costruendo cinque su un totale di 80 ettari nella Regione di Al-Kharj, in Arabia Saudita. Il committente è la Dava Corporation, impresa di proprietà della famiglia Al Batal che punta dritto sulla coltivazione di verdure in fuori suolo per rispondere all'aumento della domanda di cibi locali in tutta l'area del Medio Oriente.
La costruzione di serre high tech è una tendenza in atto già da diversi anni nei paesi arabi, abituati ad importare costantemente ortofrutta da tutto il mondo. Il Covid-19 ha ulteriormente velocizzato gli investimenti strutturali delle aziende, in quanto la pandemia ha determinato un aumento dei costi di trasporto che ha reso sempre più difficile l'importazione di frutti e verdure a prezzi "ragionevoli". I Paesi medio-orientali, oggi più che mai, manifestano dunque l'urgenza di riuscire a diventare autosufficienti dal punto di vista delle forniture ortofrutticole.
L'interno di una serra in vetro
Le strutture di vetro (tipo “Venlo”) della Debets Schalke consentiranno alla Dava non solo di produrre diversi tipi di ortaggi in fuori suolo, ma anche di farlo in maniera sostenibile minimizzando l’impiego di risorse idriche, gli interventi chimici e gli scarti alimentari. Rispondendo così agli obiettivi del programma di sviluppo Vision 2030 del Regno dell'Arabia Saudita.
“Questo è un momento emozionante per noi", sottolinea Faisal Al Batal, proprietario della Dava Cooperation. Che aggiunge: "Stiamo crescendo rapidamente affrontando le sfide concrete della costruzione in contemporanea di cinque diverse serre e dell’assunzione del personale in ogni area della nostra attività. Con queste strutture potremo continuare a prosperare nel lungo termine e a creare posti di lavoro di qualità, proprio come ci obbliga a fare il programma Vision 2030”.