Ritorna «vergogna» nelle scuole

Dati ai bambini grappoli di uva praticamente fermentati

Ritorna «vergogna» nelle scuole
Ogni anno Frutta nelle scuole fa discutere: origine e qualità dei prodotti dati ai bambini accendono polemiche sull'organizzazione del programma che dovrebbe educare le nuove generazioni al consumo di ortofrutta.
Quest'anno Frutta nelle scuole è partito in concomitanza con l'apertura delle aule per recuperare quanto perso nella scorso anno scolastico a causa del Covid-19 e dopo due settimane dal suono della prima campanella si segnalano i primi scivoloni.

Nella Sicilia dell'uva da tavola, per esempio, ai bambini sono stati serviti grappoli come quelli in foto. "All'apertura della confezione si sentiva odore di mosto", racconta a Italiafruit News Giuseppe Di Liberto, presidente dell'Op Frutta Più di Ravanusa (Agrigento). A portare a casa dell'imprenditore ortofrutticolo - specializzato proprio in uva - il grappolo che vedete in foto è stato il figlio, che frequenta la scuola elementare a Campobello di Licata. "Da presidente di Op mi chiedo: ma chi controlla la qualità di questa merce? Noi siamo soggetti a una miriade di controlli e come è possibile che ai bambini venga servita frutta del genere? Chi riceve quell'uva non la mangerà più per tutta la vita, era merce da buttare, da inviare alla cantina, non da inserire tra le forniture di un programma di educazione al consumo di ortofrutta: è una vergogna, così vengono dilapidate le risorse pubbliche".



Nelle ultime due settimane anche nelle scuole del Nord Italia sono state servite mele di piccolissimo calibro e ai bambini sono state consegnate confezioni di susine da un chilo - alla faccia della merenda - al cui interno molti frutti erano da buttare. Con le norme anti Covid, poi, i bambini non possono lavare la frutta per mangiarla in classe e la devono quindi portare a casa.

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