Attualità
«Un'estate che non potremo dimenticare»
Francescon: il focolaio, il rischio chiusura, la solidarietà di filiera
La doccia fredda della telefonata dell'Agenzia di tutela della Salute (Ats) Val Padana, la paura di dover chiudere, la vicinanza di clienti e competitor che trasforma l'incubo in una bella pagina di solidarietà e resilienza: un'estate indimenticabile per l'Op Francescon che, a causa del coronavirus, ha vissuto la stagione produttiva e commerciale più difficile di sempre. "Venerdì 31 luglio un nostro collaboratore non si è sentito bene - racconta il titolare Bruno Francescon - e lunedì 3 agosto, prontamente, è scattato il tampone per circa 180 persone del magazzino e delle aziende agricole socie. Poi martedì 4 l’Ats Val Padana mi chiama. E arriva la mazzata: un centinaio di loro è risultata positiva. Dal punto di vista umano ero preoccupato per la salute delle persone: poi alla fine solo in tre si sarebbero ammalati con sintomi evidenti e nessuno è mai stato in pericolo di vita. Dal punto di vista produttivo, però, rischiavamo molto: con i magazzini pieni di meloni e angurie e le richieste ai massimi dell'anno, chiudere anche solo per 3-4 giorni sarebbe stato disastroso".
Raccolta meloni, foto d'archivio
La notizia diventa di dominio pubblico, si intensificano le misure di sicurezza e di sanificazione ("ma già prima l'allerta era alta, misuravamo quotidianamente la temperatura al personale dello stabilimento e in campagna, tanto che l'Ats ha verificato come non ci sia stata alcuna nostra responsabilità per quanto avvenuto”, racconta Francescon); i magazzini vengono ripetutamente disinfettati da personale interno e da un'azienda esterna.
Ed è a questo punto che scatta la gara di solidarietà: "Ringrazio di cuore i colleghi competitor - dice l'imprenditore lombardo - che si sono dimostrati amici veri; senza che chiedessimo nulla, infatti, si sono offerti di confezionare il prodotto e ci sono stati di grandissimo aiuto facendo sì che il magazzino potesse continuare a girare fino a quando abbiamo potuto riorganizzarci. Abbiamo perso pochissimi ordini. E, ancora, ringrazio di cuore i nostri clienti, a partire dalle catene distributive, che ci hanno contattato manifestando la loro vicinanza e mettendosi a disposizione in modo concreto, anche per anticipare i pagamenti".
Una storia che dà ulteriore lustro al settore ortofrutticolo, che ha resistito nei momenti più difficili della pandemia e, a costo di sopportare sforzi e costi straordinari, è riuscito a garantire servizio e merce 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
“Rivolgo un sincero grazie - aggiunge Francescon - anche ai collaboratori rimasti al lavoro, che hanno tirato fuori il meglio di loro in un momento così critico. E all'Ats Valpadana, molto disponibile: il suo personale ha fatto sì che, nel pieno rispetto delle normative, potessimo continuare a lavorare".
Poi, nei giorni del Ferragosto, il graduale ritorno post-quarantena del personale: "Dal 20 agosto abbiamo recuperato quasi tutti ritrovando la normalità - conclude Francescon - anche se purtroppo alcuni, pochi, collaboratori stretti sono ancora a casa... Questo virus è imprevedibile, provoca conseguenze molto diverse da persona a persona".
Un'estate fuori da ogni schema per uno dei player più importante del settore, insomma, che nel momento più difficile ha beneficiato dell'apporto di tanti, superando con coraggio e forza una prova di straordinaria difficoltà.