Cina, l'ortofrutta italiana guadagna spazio

A Macfrut Digital forum sulle strategie economiche da sviluppare con il Paese asiatico

Cina, l'ortofrutta italiana guadagna spazio
Italia e Cina sono sempre più vicine per il commercio di ortofrutta. A testimonianza del costante sviluppo delle relazioni economiche tra i due Paesi, anche i dati presentati ieri mattina al “Forum Italia-Cina per una nuova Via della Seta in ortofrutta”: nei primi sei mesi le importazioni di ortofrutta italiana in Cina sono aumentate del +74%. Lo scorso anno l’incremento è stato del +20%, anche se il nostro Paese contribuisce per l’1% dell’export del grande Stato asiatico.


Gianpaolo Bruno

L’agenzia Ice cinese è stata tra le prime a credere nelle potenzialità di Macfrut Digital - che si chiude oggi e nei primi due giorni ha registrato 1300 incontri b2b - considerato che la delegazione orientale è la più numerosa nella fiera virtuale, con un totale di 87 aziende.
“Il mercato della Cina è molto vasto e diversificato – ha spiegato Gianpaolo Bruno, direttore di Ice Agenzia Cina - Imponenti sono i numeri: lo scorso anno ha prodotto 195 milioni di tonnellate di frutta e 200 milioni di tonnellate di prodotti orticoli. In aumento è l’import pari a 13 miliardi di dollari, con l’Italia in crescita del +20% con 26 milioni di dollari nel 2019. Il nostro Paese è al 25esimo posto con ampi margini di crescita testimoniato dal dato dei primi sei mesi del 2020 che hanno visto una impetuosa impennata del +74,7% (la crescita dell’import in Cina è stato del +9%). La bilancia commerciale Italia-Cina volge ancora a favore dello stato asiatico: +105 milioni di dollari, tuttavia è evidente che stiamo recuperando posizioni. Tra i prodotti più esportati dalla Cina si sono Durian, ciliegie e banane, mentre ad oggi si possono esportare in Cina kiwi (96% del mercato complessivo), arance, limoni, nocciole e conserve. Stiamo lavorando per siglare nuovi protocolli per ampliare la gamma di prodotti”.

E ha aggiunto: “Oggi i consumatori cinesi sono sempre più sofisticati, in linea con economie più avanzate, vogliono più opportunità di scelta e cercano articoli che garantiscano maggiore sicurezza alimentare, prodotti salutari e a basso impatto ambientale. Esportare prodotti alimentari in Cina significa affrontare alcune barriere fitosanitarie in cui l’ortofrutta è considerata ad alto rischi: le procedure di autorizzazione richiedono la negoziazione di un protocollo fra i due Paesi, che possono durare anche parecchi anni. Inoltre, le autorità doganali devono ispezionare le strutture produttive italiane, prima di procedere con l'export in Cina. Stiamo lavorando perché sempre più esportatori possano vendere nel Paese asiatico, e siamo sempre al fianco delle aziende italiane che necessitano di competenze manageriali specifiche”.
 Ma Hongtao

Al forum è intervenuta anche Ma Hongtao direttore generale Atpc (Agricultural Trade Promotion Center) l’ente di promozione del Ministero dell’Agricoltura, sottolineando la lunga tradizione commerciale tra Cina e Italia. 
“La nostra nuova missione – ha detto – è rimettere in campo una nuova e moderna Via della Seta, che colleghi i due estremi Europa e Cina, e l’ortofrutta rappresenta un ottimo inizio per questo processo. Nel 2019 la Cina ha esportato più di 1 milione di tonnellate di prodotti ortofrutticoli verso l’Unione Europea, il 24% delle esportazioni agricole totali, tra cui 136mila tonnellate verso l’Italia. Circa 400 anni fa il missionario italiano Matteo Ricci arrivò in Cina innovando le tecniche di produzione e presentando nuovi prodotti. Oggi è sepolto a Pechino, segno che l’amicizia tra Cina e Italia fonda le sue radici anche nel suolo agricolo”.

In video-collegamento anche il vicepresidente della commissione agricoltura del parlamento europeo Paolo De Castro, che ha ricordato come la commissione stia lavorando duramente per allargare i rapporti con la Cina e tutto il Sud Este asiatico. “Il rapporto con la Cina – ha sottolineato - è importante anche sul piano della messa in linea delle norme sulla sicurezza alimentare, in modo che i nostri consumatori abbiamo gli stessi standard così come i nostri amici cinesi fanno con le produzioni europee. Maggior dialogo con la Cina significa maggiori opportunità per le aziende italiane”. 


Mele dell'azienda Wanrong Huarong Fruit

E’ poi seguita una carrellata di produttori cinesi che hanno presentato le loro aziende e i loro prodotti: tra questi Elvis Lai produttore di lici, Xixi Li per l'azienda produttrice di pere fresche Hebei Xionghan Agricultural Products; l'azienda Wanrong Huarong Fruit produttrice di mele, Yang Zong per il produttore di pasta di pomodoro Inner Mongolia Yufeng Tomato Products, Aries per l'azienda produttrice di limoni Chongqing Huida Lemon Technology Group



Ha concluso il forum una tavola rotonda (in foto) moderata da Luigi Bianchi di Cesena Fiera, che ha visto la partecipazione di Pino Calcagni presidente di Besana group, Andrea Raggi export manager di Canova, Francesco Zanoni export manager Delfanti, insieme alla presenza di tre operatori cinesi: tramite i videocollegamenti è nato un confronto sui prodotti più richiesti tra frutta a guscio essiccata, frutta fresca ed aglio, modalità di conservazione e trattamenti per l’export. Nell’ottica di un business virtuale sempre più rapido, non è mancato nemmeno chi ha messo in scena una proposta commerciale in diretta. Non sappiamo se è andata a buon fine ma ha rappresentato un valido esempio in tempi in cui l’economia corre sempre più veloce.

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