«Prepariamo il risorgimento dell'ortofrutta veneta»

I presidenti dei Consorzi di tutela del radicchio incontrano Pan: «Op più legate al territorio»

«Prepariamo il risorgimento dell'ortofrutta veneta»
Un nuovo risorgimento dell'ortofrutta veneta che parta dalla valorizzazione dei prodotti, delle strutture mercatali locali e delle Op, chiamate ad avere un respiro regionale, con aziende agricole operanti all'interno dei confini. E' il tema dell'incontro che si è svolto nei giorni scorsi a Chioggia alla presenza dell'assessore regionale all'agricoltura Giuseppe Pan. "La campagna produttiva e commerciale del radicchio primaverile è stata pessima, i magazzini sono pieni di ortaggi provenienti dalle Marche e da altri territori e ciò penalizza le produzioni venete", spiega il presidente del Consorzio di tutela del "Chioggia" Igp Giuseppe Boscolo Palo. 

“Per arginare le crisi ormai ricorrenti occorre cambiare il sistema di approvvigionamento e i rapporti di filiera che vedono dominare la Gdo: l'ho scritto all'assessore regionale che ha accettato di incontrare una rappresentanza dei Consorzi di tutela dei radicchi Igp di Chioggia, Treviso, Verona, dell'insalata di Lusia e di alcuni Mercati alla produzione. Le proposte emerse saranno materia utile per un progetto di rilancio dopo le elezioni regionali di settembre. Tutti insieme, dobbiamo voltare pagina". 



Pan l'aveva già detto nei mesi scorsi: “Dobbiamo farci trovare pronti alla ripartenza, progettando sin d'ora nuove sinergie tra le catene della grande distribuzione, le grandi piattaforme distributive dei mercati all'ingrosso, le realtà dei mercati dei produttori e il dettaglio specializzato per rilanciare, in Italia e all'estero, immagine, qualità e vendita del Made in Italy".

Boscolo Palo sottolinea come l’effetto di chiusura di canali di vendita quali l’Horeca, i mercati rionali e l’export provocati dall’emergenza Covid-19 sia stato devastante per quasi tutti gli ortaggi veneti: “Per il radicchio lungo i prezzi medi hanno consentito di respirare economicamente, ma la nostra produzione del tondo è sempre più in sofferenza a causa della compressione esercitata dal prodotto invernale marchigiano frigoconservato e da quello ferrarese contrattualizzato di maggio”.

Preoccupa la contrazione della capacità di spesa di molte famiglie ma anche la maggiore propensione delle persone a coltivare orti familiari sia in campo che sul balcone. Ecco allora che serve un “nuovo risorgimento dell’ortofrutta veneta” intervenendo sul rapporto e sulle modalità operative tra gli attori della filiera (produttori, mercati all’ingrosso e alla produzione, Gdo e dettaglio specializzato) per un riequilibrio del potere contrattuale e perché ci sia una piena valorizzazione del Made in Veneto nel più ampio contesto del Made in Italy.



Viene considerata di fondamentale importanza la possibilità di avere numeri precisi di quello che si produce e di quanto costa produrre in Veneto: "Bisogna conoscere chi siamo e quanto pesiamo, servono dati certi che si devono ottenere non attraverso deduzioni o analisi forniti da questo o da quell'ente, ma attraverso un catasto orticolo e frutticolo veneto. Serve, poi, trasparenza su come si produce certificando i costi di produzione da un soggetto terzo". 

“Dobbiamo distinguerci - prosegue Boscolo Palo - valorizzando l’Indicazione Geografica Protetta del Radicchio, unico strumento utile per un reale rilancio e una duratura redditività per l’impresa agricola e per il sistema che ci gira attorno”.

Per raggiungere lo scopo va potenziato il ruolo delle Organizzazioni dei produttori, vanno caratterizzati i mercati alla produzione mentre quelli all'ingrosso e la Gdo devono sentirsi responsabilizzati nelle loro dinamiche commerciali a promuoverne il valore. Il tutto coinvolgendo e inglobando anche accoglienza turistica e ristorazione. 

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