Estate nera per le patate venete

Danni da ferretto, prezzi in picchiata: situazione pesante nei terreni rossi del Guà

Estate nera per le patate venete
La stagione estiva 2020 rischia di rivelarsi una Caporetto per le patate venete. La siccità primaverile, i costi di lavorazione e di raccolta rappresentano un mix letale per i tuberi dei terreni rossi del fiume Guà, coltivati tra le province di Padova, Vicenza e Verona nei comuni di Montagnana, Saletto, Megliadino San Fidenzio, Ospedaletto Euganeo, Cologna Veneta, Pressana, Roveredo di Guà, Lonigo, Noventa Vicentina e Poiana Maggiore. Solo nel territorio colognese, la produzione si aggira sui 400mila quintali.
 


La remunerazione, denunciano i produttori, è talmente bassa da non ripagare l'investimento. E, dopo un 2019 che era stato positivo, tanto da incentivare un'espansione delle aree dedicate, c'è chi preferisce non raccogliere oppure regala i prodotti.  La "colpa" è anche del meteo, delle scarse piogge e di una estate non sufficientemente calda: "Molti di noi, pur potendo vantare rese per ettaro soddisfacenti, dai 400 ai 600 quintali, hanno dovuto fermarsi per aspettare che la pianta seccasse, oppure spargere il disseccante per accelerare la maturazione, altrimenti si sarebbe rovinata e tolta la buccia" hanno spiegato al quotidiano L'Arena alcuni produttori.

Ma questi accorgimenti, sul fronte economico, non hanno portato risultati apprezzabili: a giugno le varietà precoci, in primis Colomba e Primura, hanno spuntato inizialmente meno di 40 centesimi il chilo; i listini ora si aggirano sui 15 centesimi, con minimi di 12, a fronte di un costo di produzione di 22.


E insieme ai problemi economici ci sono quelli agronomici, con la presenza delle larve di elateridi (Agriotes litigiosus), più comunemente conosciute come ferretti, a fare danni. I magazzini sono pieni, le vendite languono e la Coldiretti locale invita produttori, commercianti e distributori a fare fronte comune per difendere la redditività del comparto alla vigilia dell'arrivo sul mercato di un'infornata di prodotto estero, dalla Francia ma non solo, che potrebbe "deprimere" ulteriormente i listini.

Copyright 2020 Italiafruit News