Frutteti sradicati e danni da grandine

Il maltempo colpisce ancora. La prima ricognizione da Nord a Sud

Frutteti sradicati e danni da grandine
Tra venerdì e sabato scorsi il maltempo è tornato sull'Italia lasciando l’ormai consueto strascico di danni nelle campagne. Violenti acquazzoni, trombe d’aria e devastanti grandinate hanno spaziato da Nord a Sud andando a colpire in particolar modo alcuni territori a forte vocazione ortofrutticola come l’Emilia-Romagna (Ferrara, Reggio Emilia, Modena e Bologna), la Basilicata (Matera e Potenza) e la Puglia (Foggia, Bari e Taranto).  

Emilia-Romagna
"Nel ferrarese, la forza del vento orizzontale ha sradicato un intero impianto di quattro anni di mele Fuji (foto di apertura) nell'azienda di mia moglie, situata a San Martino di Ferrara, a sud della città”: questa la testimonianza, a caldo, del produttore Andrea Lanzoni, aderente a Confagricoltura. Che ci fornisce anche una panoramica complessiva: “La grandine ha interessato una fascia molto ampia della provincia: dove ha colpito si registrano danni pressoché totali nei frutteti non coperti da reti e nei campi di orticole in campo aperto. I meloni si sono spaccati per la troppa acqua. Ho notizie che sono state danneggiate pesantemente anche le coltivazioni ortofrutticole della vicina frazione di Gaibanella-Sant'Egidio, dove oltre alla pioggia abbondante ci sono stati due eventi grandinigeni a distanza di poche ore".



La Coldiretti Ferrara segnala che sono state colpiti duro i comuni di Ostellato, Fiscaglia e Portomaggiore, situati più a est. “La grandine - fa sapere l’associazione di categoria - ha causato danni ai frutteti e agli impianti antigrandine, in particolare a Ostellato e Fiscaglia, dove il forte vento ha sradicato interi filari di frutta e scoperchiato i capannoni di alcune aziende. Alberi sradicati anche a Portomaggiore, con importanti allettamenti su campi di erba medica. Danni nell’ordine del 30-40% per il mais e del 20% per la soia si registrano invece nei territori di Poggio Renatico, Terre del Reno e nelle frazioni poste a nord del comune di Ferrara”.

“Le colture più colpite sono sicuramente mais, soia e sorgo allettati, e la frutta staccata dagli alberi con impianti antigrandine divelti”, conferma la Cia-Agricoltori Italiani di Ferrara, che sta elaborando una prima stima presso le aziende associate. 



Nella provincia di Reggio Emilia si segnalano perdite rilevanti nei comuni di Fabbrico, Rolo e Reggiolo a causa della grandine: "I chicchi hanno danneggiato in particolar modo gli alberi di pere con i frutti già grandi e in ultimazione della maturazione - come precisa la Coldiretti provinciale - Danni anche alle strutture con la grandine che ha infranto vetri e forato coperture di edifici e serre”.   

Temporali con piogge abbondanti si sono abbattuti su tutto il territorio modenese, in particolare nella fascia pedecollinare della provincia, tra Spilamberto e Vignola, dove si stanno raccogliendo le susine e la frutta estiva. Violenti nubifragi anche nel bolognese con danni alle colture in raccolta come meloni, angurie e drupacee; in Valsamoggia, la forza dell'acqua ha addirittura fatto esondare il torrente Rio La Fossetta.



L'assessore all'Agricoltura Alessio Mammi: fenomeno emergenziale
“Sono davvero costernato per i danni alle colture e ai raccolti che ancora una volta metteranno a dura prova le nostre imprese agricole - commenta l’assessore regionale all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, Alessio Mammi - È un duro colpo e voglio esprimere la mia vicinanza agli agricoltori e alle comunità. Questi fenomeni sempre più frequenti - prosegue - devono spingerci a continuare ad investire in innovazione e progetti capaci di rendere più resiliente la nostra agricoltura ai cambiamenti climatici, potenziando anche azioni che sono già in essere. Il comparto agricolo anche nelle nostre zone temperate è sempre più soggetto a un clima instabile e che fa danni al territorio. La resilienza in campo agricolo è l’unico strumento che abbiamo a disposizione per far fronte a questi fenomeni emergenziali. È in questi frangenti che si capisce quanto l’agricoltura sia importante per i nostri territori e al contempo quanto ci sia la necessità di preservarla e proteggerla da questi fenomeni, investendo in tecnologie e meccanismi di difesa e migliorando per quanto possibile i meccanismi assicurativi, oltre a rivedere la legge 102 sugli indennizzi che va adeguatamente finanziata”.

Basilicata
Spostandoci a Sud, in Basilicata ad avere la peggio è stata la zona della collina materana con perdite stimate nell’ordine del 40-60% della produzione per cereali, oliveti, vigneti, colture orticole e frutteti, a causa di una violenta tromba d’aria. E’ quanto denuncia la Copagri Basilicata. “Si registrano ingenti danni ingenti anche alle strutture e ai capannoni - aggiunge il presidente dell’associazione, Nicola Minichino - Abbiamo subito messo al lavoro i tecnici per raccogliere le segnalazioni dei nostri associati. Contestualmente, abbiamo chiesto alla Regione di adoperarsi nell’immediato per una celere verifica dei danni. Considerato il grave stato di crisi in cui il comparto primario versava già prima dell’emergenza Coronavirus, auspichiamo un rapido intervento affinché si possa valutare la possibile dichiarazione dello stato di calamità naturale”.


 
Una grave grandinata, con danni in corso di valutazione, è stata segnalata dalla Coldiretti nelle zone di Atella, Forenza e Maschito, in provincia di Potenza.

Puglia
Appare molto grave la situazione in Puglia. Una forte grandinata, con chicchi del diametro di oltre 5 centimetri, ha colpito il territorio del Tarantino tra Massafra, Palagiano, Palagianello e Castellaneta. “È un’annata durissima per l’agricoltura pugliese - rileva Confagricoltura in una nota - Le conseguenze sono in fase di quantificazione da parte degli agricoltori, però, si parla già di danni gravissimi ai vigneti da tavola e da vino, oliveti, ortaggi. Facciamo un appello al presidente Emiliano - dice il presidente di Confagricoltura Puglia, Luca Lazzàro - affinché attivi subito le procedure per il riconoscimento della calamità naturale”.



“In provincia di Taranto - aggiunge Raffaele Carrabba, presidente di Cia Agricoltori Italiani della Puglia - sono state colpite anche la zona di Martina e diverse aree rurali fra costa ed entroterra. Nell’area di Castellaneta si è verificata non solo la grandine ma anche una tromba d’aria, mentre le raffiche di vento hanno spezzato gli alberi e piegato le piantine piccole di alberi da frutta messe a dimora da poco tempo. La grandine si è abbattuta poi a Cerignola e nel sud-est barese, dove diversi vigneti e uliveti sono stati distrutti. Danni importanti, con allagamenti, ulivi con i rami spezzati da vento e grandine, pomodori sott’acqua e uva compromessa si sono verificati anche in alcune zone di Manfredonia”.

“Negli ultimi mesi, stiamo rilevando una media di un episodio calamitoso ogni 20 giorni”, precisa Carrabba. “Dal 2013, l’anno in cui la Xylella si è abbattuta come una piaga sull’olivicoltura del Salento, gli agricoltori stanno sopportando sette anni di disastri. Il problema, lo sappiamo, è quello drammatico dei cambiamenti climatici in atto, ma è anche vero che nessun provvedimento strutturale è stato assunto dai Governi che si sono succeduti negli ultimi 10 anni per intervenire soprattutto sul sistema delle assicurazioni. Noi lo diciamo da almeno due lustri - conclude - Occorre ampliare la possibilità di assicurarsi contro le calamità, è necessario rendere più sostenibili e accessibili le polizze anche alle piccole e medie imprese del comparto primario”.


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