Filiera agroalimentare, limiti e chance in epoca Covid

Martedì il primo "talk" di Cibo per la mente, manifesto per l'innovazione "sposato" da Assosementi

Filiera agroalimentare, limiti e chance in epoca Covid
“Filiera agroalimentare italiana e pandemia: limiti e opportunità” è il titolo del webinar che si svolge martedì 7 luglio alle 11, primo talk di "Cibo per la mente", il Manifesto per l’innovazione in agricoltura sottoscritto da 15 associazioni , tra cui Assosementi (le altre sono Aisa, Agrofarma, Api, Assalzoo, Assica, Assitol, Assobiotec, Assofertilizzanti, Compag, Cia, Confagricoltura, UnaItalia, Uniceb, Unionzucchero).
 
All'appuntamento online, aperto a tutti su piattaforma Zoom, parteciperanno Matteo Lasagna, vicepresidente di Confagricoltura; Fabio Manara, presidente Compag; Lea Pallaroni, segretario generale di Assalzoo; Deborah Piovan, portavoce di Cibo per la mente. "Cibo per la mente" è un appello e un progetto della filiera agroalimentare italiana rivolto ai decisori europei per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sulla necessità di investimenti in innovazione e ricerca nel campo dell'agricoltura e dell'industria alimentare. Il progetto include un Manifesto di intenti e proposte sottoscritto, appunto, dalle 15 associazioni.



"L’emergenza sanitaria di questi mesi ha reso evidente un fatto: la centralità del sistema sementiero quale asset strategico dell’agroalimentare con una responsabilità sociale" ha affermato nei giorni scorsi Roberto Morelato, presidente di Assosementi sezione Orto. "Il settore sementiero - incalza Alberto Lipparini, direttore dell'associazione -  rappresenta il primo anello, insostituibile, delle filiere produttive. Le nostre aziende sono vocate alla ricerca, hanno un respiro internazionale e lo sguardo aperto all’innovazione". E aggiunge: "Senza l’innovazione vegetale che ha incrementato le rese e aumentato la resistenza a malattie e stress fisici delle colture, l’attuale produzione di cibo in Europa avrebbe richiesto una superficie agricola aggiuntiva di 19 milioni di ettari con lo stesso impatto di deforestare un’area dell’Amazzonia pari alla superficie della Lettonia e al tempo stesso di rilasciare 3,4 miliardi di tonnellate di Co2, l’equivalente di gas serra emessi ogni anno dal traffico veicolare della Germania".

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