Il sedano fatica a risalire la china

Cooperativa San Leone: «Annata da dimenticare nonostante l'altissima qualità del prodotto»

Il sedano fatica a risalire la china
Ci sono prodotti ortofrutticoli freschi che in tempi di coronavirus hanno avuto aumenti esponenziali delle vendite (arance, kiwi, mele, ecc.) e altri che, invece, hanno sofferto tremendamente la chiusura delle attività dell’Horeca. E’ il caso, ad esempio, del sedano che da marzo vive una campagna da dimenticare. 

“I problemi principali li abbiamo avuti con il prodotto verde, mentre con il sedano bianco per fortuna ci tiene a galla un contratto di fornitura con un importante partner storico”, dice a Italiafruit News Leone Remo De Parolis, responsabile commerciale della cooperativa agricola San Leone di Fondi, in provincia di Latina. Realtà che vanta una esperienza di 50 anni nella coltivazione di questo articolo.

“I nostri 40 soci producono in serra e in campo aperto circa 60 ettari di sedano, suddivisi tra verde e bianco, la nostra specialità esclusiva. Nel complesso, ogni anno ne piantiamo circa due milioni di piante con la raccolta che avviene da febbraio ad inizio giugno, in funzione delle condizioni climatiche”.


Il sedano bianco, uno dei prodotti di punta della cooperativa

L’effetto della pandemia sulla commercializzazione del sedano è stato devastante, come conferma il responsabile commerciale della cooperativa San Leone: “Per noi la chiusura di ristoranti, hotel e campeggi nella riviera romagnola è stata una vera mazzata, in quanto abbiamo sempre servito la Romagna soprattutto nei mesi di marzo e aprile, anticipando la campagna del prodotto locale. Nei mesi scorsi, poi, abbiamo pagato tantissimo lo stop degli ambulanti e quindi dei mercati rionali in tutta Italia”.

Dopo un’annata 2019 molto positiva, i produttori del comprensorio di Fondi si avviano quindi a concludere una stagione davvero pessima. “Un vero peccato perché quest’anno la qualità è stata sempre altissima, non avendo avuto gelate. Da settimane molti impianti di sedano verde sono stati abbandonati per i problemi commerciali. Piuttosto che buttare al macero il prodotto, abbiamo preferito donarlo alla Caritas e alla Croce Rossa”.

“Anche se la prossima settimana molte attività dell’Horeca potrebbero riaprire, ritengo che non vi siano più possibilità di rimediare alle pesanti perdite dell’annata, in quanto ora ci troviamo a competere con più zone produttive dell’Italia e della Spagna”, conclude De Parolis.

Copyright 2020 Italiafruit News