Pomodori, in Sicilia si teme l'avanzata del prodotto estero

Il consorzio Biviere Ortaggi: «I frutti da Spagna e Olanda abbasseranno i prezzi»

Pomodori, in Sicilia si teme l'avanzata del prodotto estero
“Fino ad oggi le vendite di pomodoro sono andate abbastanza bene, ma ora inizia ad esserci un po’ di flessione e temiamo la merce in arrivo da Olanda e Spagna, che abbasserà inevitabilmente i prezzi dei prodotti italiani”. 
A scattare una fotografia del mercato del pomodoro è Giuseppe Burgio, responsabile commerciale del consorzio Biviere Ortaggi di Gela.

“Produciamo diverse varietà di pomodoro: rosso a grappolo, ciliegino siciliano, piccadilly siciliano e datterino - continua - La zona in cui ci troviamo contribuisce a donare ai nostri pomodori caratteristiche eccezionali in termini di gusto, consistenza e resistenza alla manipolazione".



Le vendite nei mercati e Grande distribuzione
“La chiusura del canale Horeca ha sicuramente scombussolato il settore ma le vendite nei mercati non sono calate di molto perché è aumentato il consumo domestico e ora le famiglie acquistano più ortofrutta - commenta Burgio - Vendiamo principalmente sui mercati di Verona, Padova, Treviso e Bologna e nell’ultimo periodo la situazione è stata altalenante. I prezzi dei nostri pomodori all’arrivo in piattaforma a Milano si attestano su 1,30 euro per i pomodori a grappolo, 1,20 euro per le vaschette da 500 grammi di ciliegino e 1,30 per le vaschette di piccadilly. Non sono di certo quotazioni alte ma abbiamo preferito vendere il prodotto piuttosto che lasciarlo in campo. Un discorso a parte va fatto per la Grande distribuzione, in cui l’emergenza sanitaria e il periodo pasquale hanno decisamente trainato gli acquisti, ora invece le vendite sono diminuite del 50%”.



E sulla situazione di emergenza che il settore sta vivendo, Burgio commenta: “Il problema maggiore sono i trasporti, quelli disponibili sono sempre meno. Gli autotrasportatori hanno paura e partono solo se realizzano il pieno carico. Il 50% dei camion provenienti dal nord Italia scende vuoto, con un relativo incremento dei costi”.
“In azienda invece non è cambiato molto – aggiunge – certo c’è stato un calo di produzione ma non abbiamo licenziato nessuno. Con questa scelta, abbiamo voluto valorizzare i nostri dipendenti, permettendo loro di lavorare con tutti i dispositivi di protezione e la giusta distanza di sicurezza”.

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