Liguria, il coronavirus manda in crisi il basilico

Mercato in difficoltà, si stimano perdite tra gli 8 e i 10 milioni di euro

Liguria, il coronavirus manda in crisi il basilico
Queste settimane di emergenza coronavirus hanno messo in crisi l'oro verde ligure. Il basilico non sta vivendo un momento facile: in Liguria questa aromatica è coltivata da circa 200 produttori su 400 ettari e se le cose non dovessero cambiare, nei prossimi mesi potrebbero andare distrutte piantine per un valore tra gli 8 e i 10 milioni di euro. A fotografare lo stato di difficoltà è il quotidiano Il Secolo XIX.

"È un problema che colpisce tutti i produttori e più pesantemente chi non si è potuto adeguare alle necessità del mercato in questo momento, i ristoranti e le mense scolastiche chiuse sono il primo problema ma anche la piccola distribuzione è in pesante sofferenza", racconta al quotidiano di Genova Ivano Moscamora, direttore regionale della Confederazione italiana agricoltori.

Sia la produzione sotto serra che il ciclo in pieno campo sono interessati dal momento di difficoltà, anche perché le esportazioni del prodotto sono ferme. E ci si sta velocemente al momento clou della campagna produttiva.



E i produttori del Basilico Genovese Dop, che vede nell'areale di Prà la massima espressione, sono preoccupati. L'imprenditore Ruggero Rossi riferisce al Secolo XIX che un quarto del basilico prodotto nel mese di marzo nelle sue serre è stato già distrutto perché invenduto.

La chiusura dell'Horeca ha avuto un contraccolpo pesante per i produttori di basilico, perché la richiesta del prodotto fresco per preparare il celebre pesto si è bloccata. E anche il campionato mondiale del pesto genovese è stato rimandato al 2021 per il coronavirus.

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