Prevedere le tempeste si può con il supercomputer

Il Regno Unito investe 1,4 miliardi di euro per lo sviluppo di una nuova infrastruttura informatica

Prevedere le tempeste si può con il supercomputer
Il Regno Unito investe sul supercomputer del clima. Una nuova infrastruttura informatica che sarà utilizzata per prevedere in modo accurato le tempeste e gli eventi meteo eccezionali, per definire i luoghi più adatti per la protezione civile in caso di inondazioni e per monitorare i cambiamenti climatici. Lo riporta la testata partner Eurofruit sottolineando che il progetto potrà garantire benefici tangibili agli agricoltori britannici, ottimizzando tra l’altro il Met Office, il servizio meteorologico nazionale. 

Per lo sviluppo del supercomputer, il Governo del Regno Unito è pronto a mettere sul piatto 1,2 miliardi di sterline, l'equivalente di 1,4 miliardi di euro. L'annuncio arriva proprio nell'anno in cui il Paese organizza, in partnership con l'Italia, la Conferenza sul clima Cop26 in programma a Glasgow a novembre.

"Negli ultimi 30 anni, le nuove tecnologie hanno consentito di fare ipotesi meteorologiche più accurate, prevedendo le tempeste con un anticipo di cinque giorni”, commenta Alok Sharma, Segretario di Stato per lo Sviluppo internazionale, nonché presidente della Cop26. “Il nostro importante investimento accelererà ulteriormente le previsioni meteo, aiutando le persone a essere più preparate alle perturbazioni".



"Il nuovo supercomputer - prosegue - rafforzerà inoltre le capacità di supercalcolo e la tecnologia del Regno Unito, promuovendo l'innovazione e sviluppando le competenze di livello mondiale attraverso il supercalcolo, la scienza dei dati, l'apprendimento automatico e l'intelligenza artificiale".

Il professore Penny Endersby, amministratore delegato del Met Office, aggiunge: "Il nuovo centro di calcolo, infine, fornirà un avvertimento più tempestivo e accurato delle condizioni climatiche avverse, oltre a dare informazioni necessarie per costruire un mondo più resiliente ai cambiamenti climatici e per sostenere la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio".

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