Un 2019 nero per la frutticoltura veneta

I dati: giù produzioni e rese, quotazioni con pochi squilli. Meglio gli ortaggi

Un 2019 nero per la frutticoltura veneta
2019 annus horribilis per la frutticoltura veneta, tra luci e ombre per le orticole. Sono state presentate ieri le prime valutazioni sull’andamento del settore agroalimentare regionale nell’anno da poco concluso. Il clima sfavorevole ha penalizzato produzioni e rese che hanno risentito di problemi fitosanitari e della cimice asiatica, la quale ha colpito soprattutto il pero, ma anche meli e actinidia. 



A parità di superficie, la resa del pero è scesa del 60% e la produzione del 62%, le mele hanno perso il 28% in resa e produzione, il kiwi il 32% in resa e il 35% in produzione, pesche-nettarine scivolano del 15% in entrambe le voci, il ciliegio cede il 34%. 



Sempre il clima ha favorito una serie di problemi fitosanitari, marciumi e asfissia per le colture orticole, eccezione fatta per radicchio e fragola. Rese negative per patata (-7%), lattuga (-14%) e asparago (-11%). In aumento le superfici e balzo della produzione per radicchio (+8%, 145.300 tonnellate), fragole (+15%) e patate (+9%); segno meno, invece, per gli asparagi (-6%).
Le superfici investite a orticole sono salite a circa 28.800 ettari, in crescita del 9% rispetto all’anno precedente. Veneto Agricoltura stima che le orticole in piena aria, che rappresentano oltre il 70% degli ortaggi coltivati in regione, si attestino a circa 20.700 ettari (+7%), mentre le orticole in serra raggiungono i 4.300 ettari (+12,5%); in aumento le piante da tubero (3.800 ettari, +16%).



Per quanto riguarda i prezzi delle principali referenze, molto bene le patate, su gli asparagi, le pere e le ciliegie, male invece mele, radicchio, fragole, pesche e nettarine.

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